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VIGNETTAIl sostegno personale del Presidente dell'Unione delle Camere Penali Beniamino Migliucci e quello del Presidente delle Camere Penali di L'Aquila Gian Luca Totani; il veemente intervento di Barbara Alessandrini su L'Opinione, unito alla “profonda ammirazione” del Presidente Nazionale ('85-'09) dei Medici Penitenziari Francesco Ceraudo e alla caustica vignetta di Vincino: sono in tanti in queste ore a unirsi ad Adriano Sofri, Paolo Tancredi, Luigi Manconi, Ristretti Orizzonti e l'Unione delle Camere Penali in quello che è divenuto ormai un vero e proprio appello contro l'illegittima esclusione della candidatura di Rita Bernardini a Garante dei Detenuti d'Abruzzo, che fornisce l'immagine di un Paese in fuga dalle proprie responsabilità.

Dalle sentenze della Corte europea dei Diritti dell'Uomo alla più recente chiamata del Santo Padre, la perentorietà di una legge di amnistia e di indulto, rivolta alle migliaia di detenuti che vivono in condizioni disumane e ai milioni di cittadini vittime di una giustizia irragionevolmente lunga, è ormai innegabile: eppure, lo Stato italiano continua a ignorare i messaggi, a partire da quello rivolto alle Camere dall'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l'8 ottobre 2013. Da anni i Radicali di Marco Pannella chiedono indulto, amnistia, giustizia e libertà per un paese in flagranza di reato contro i diritti umani fondamentali, sforzandosi di “essere speranza” al fianco di chi non ne ha più.

Rita Bernardini, deputata nella XVI legislatura, storica militante radicale e segretaria di Radicali Italiani, instancabile attivista per i diritti dei detenuti, dopo anni trascorsi tra ispezioni degli istituti di pena e lunghi scioperi della fame, con questo spirito si è candidata a Garante dei Detenuti della Regione Abruzzo, ed è stata scartata in via amministrativa a causa delle condanne penali ricevute per atti di disobbedienza civile volti alla legalizzazione della cannabis. Gli avvocati Giuseppe Rossodivita, Paolo Mazzotta e Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi, hanno già presentato ricorso al TAR, sollevando l'infrazione del bando e della legge Severino: sono sempre di più le personalità autorevoli che chiedono alla Regione Abruzzo un atto di ragionevolezza, che rappresenti un primo passo verso la fine di un'emergenza umanitaria riconosciuta presso le più alte sedi, il cui termine è sempre più irrimandabile.