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12087272_1670890413151936_2863113851111687298_o12094731_1671142399793404_5032865942865468480_oCon la gran cerimonia di premiazione per la consegna degli Esposimetri d’Oro è calato il sipario sulla 20^ edizione del Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo di Teramo. La madrina del 20° Di Venanzo, l’attrice francese Andrea Ferreol, ha catturato l’attenzione di tutti i presenti con il suo charme e la sua grande energia, ricordando i grandi film girati soprattutto in Italia, e ringraziando Marco Ferreri, il regista che la fece conoscere al pubblico mondiale con il film del 1973 La grande abbuffata. Nel finale, prima dei saluti degli organizzatori, il presidente di Teramo Nostra Piero Chiarini e il direttore artistico Sandro Melarangelo, è arrivata la proposta per la prossima edizione formulata dal Presidente della Provincia di Teramo Renzo Di Sabatino: “Quest’anno abbiamo dato un piccolo contributo al Premio Di Venanzo ma per la prossima edizione potremmo lavorare in sinergia per promuovere il nostro territorio realizzando video grazie al lavoro di Autori della fotografia under 30”.   Come sempre sono stati tanti i personaggi del mondo del cinema che sono saliti sul palco del cineteatro Comunale di Teramo per ricevere i riconoscimenti dell’edizione 2015 del Premio: particolarmente contento l’attore Marco Leonardi, protagonista del film Anime nere e dell’indimenticato Nuovo cinema Paradiso. “In “Anime nere” – ha detto l’attore – ho potuto finalmente recitare nel mio dialetto, il calabrese” ; molto applaudito anche George Hilton, protagonista di numerosi spaghetti-western a cavallo degli anni Sessanta e Settanta; commentando la clip mandata in onda di un suo vecchio film (Mio caro assassino, 1972), Hilton ha tenuto a spiegare: “Questo è uno dei 4 o 5 film della mia lunga carriera di cui sono veramente contento, e sapete chi lo ha diretto? Un vostro concittadino, il teramano Tonino Valerii”. Sul palco anche il presidente dell’AIC, l’Associazione Italiana degli Autori della Fotografia Cinematografica, Daniele Nannuzzi, che in poche battute ha spiegato la filosofia di un “mago della luce”: “Io, quando lavoro, non penso al fatto che adesso c’è il digitale e che prima lavoravamo con la pellicola, io lavoro sempre allo stesso modo e dico ai giovani: non fatevi condizionare troppo dalla tecnologia, seguite il vostro talento!”. Molto apprezzato anche l’intervento dell’attore-regista teramano Marco Cassini che insieme ai co-autori ha presentato un breve estratto del suo film La notte non fa più paura che ha per tema il terremoto dell’Emilia Romagna. Divertente la “performance” di Guido Piantieri, autore e attore del corto Ercolino e la Champions che ha vinto il Premio Speciale G.Caporale dedicato al rapporto uomo-animale. Applaudita l’esibizione della cantante Federica D’Ippolito. Tante risate per il piccolo sketch del popolare comico abruzzese Nduccio, ormai un abituè del Premio Di Venanzo.   I PREMI Targa Speciale della Fotografia per una Fiction Tv “Peppe Berardini” a Federico Schlatter per Dama velata di Carmine Elia; targa Speciale della Giuria “Marco Onorato” a Amir Ramadan.   ESPOSIMETRI D’ORO (con le motivazioni della giuria)   Alla Memoria: ad Andrew Lesnie “Per aver cavalcato con sapienza mondi inquietanti e fantastici, fatti di creature talvolta assenti, pur senza mai rinunciare all’antica consapevolezza dell’artigianato della luce”.   Alla Carriera: a Dante Spinotti “Per il torbido splendore col quale ha saputo raccontare la notte del crimine nei film di Michael Mann e in una lunga erie di film arricchiti dal senso del mistero delle sue immagini”.   Per la Fotografia Straniera: a Lukasz Zal per il film Ida di Pawel Pawlikowski “Per il magistrale trattamento del bianco e nero e per l’eleganza della scrittura dei grigi, che fa rivivere un’epoca lontana e si sposa perfettamente con la visione di una femminilità misteriosa”.   Per la Fotografia Italiana: a Vladan Radovic per il film Anime nere di Francesco Munzi “Per aver gestito ad arte nei film “Anime nere” e “Vergine giurata” due cupe tavolozze di tinte livide e contrasti espressionisti adatti a ritrarre mondi estremi, lontani dalla quotidianità”.