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congressounitecoreOrmai da giorni si susseguo sulla stampa locale dichiarazione di vari esponenti della politica e della comunità accademica teramana sulla possibilità di aprire una succursale della Facoltà di Giurisprudenza a Pescara. Da subito ci si è divisi tra favorevoli e contrari, troppo spesso però facendo prevalere interessi personali o semplice campanilismo.   La comunità teramana tutta, politica e non, ha la grave responsabilità di non aver saputo valorizzare l’Ateneo, sia per l’apporto che poteva dare all’economia del territorio sia per la crescita culturale e non solo che avrebbe dovuto apportare. Gli studenti sono stati percepiti troppo spesso come un corpo estraneo e non come un valore aggiunto, finendo con l’essere eccessivamente marginalizzati dal contesto cittadino. Ci si sta interessando all’Ateneo solo nel momento in cui c’è sempre più forte il rischio di perderlo.   Ad oggi lo stato dell’arte è che l’UniTe ha subito negli anni una progressiva diminuzione degli iscritti, troppo a lungo nascosta dalla Governance di Ateneo dietro falsi numeri, dati prontamente denunciati dall’UDU Teramo come non veritieri: oggi ci troviamo ad una soglia “borderline” di 6000 iscritti circa, che permette una assai difficile sopravvivenza nel sistema universitario pubblico.   Con uno sguardo più ampio che guardi a tutto il sistema universitario abruzzese, è evidente come, a causa del peggiorare delle condizioni economiche e della drastica diminuzione di iscritti ai 3 atenei, la Regione Abruzzo non può più “permettersi” 3 università e quindi ben venga una rivisitazione del sistema universitario regionale che guardi ad un modello di federazione. Relativamente alla “questione giurisprudenza” vorrei ricordare che esiste già una succursale ad Avezzano ed immaginare 3 corsi a Teramo, Pescara e Avezzano è surreale. È necessario rivedere, appunto, il sistema nel suo complesso. Tenendo ben presente come Teramo abbia il vantaggio di avere 5 facoltà uniche in Abruzzo e che quindi dovrebbero essere preservate.   È prioritario, però, che ogni processo che vada ad interessare il mondo accademico abruzzese veda coinvolti gli studenti ad ogni livello possibile: è impossibile fare passi in avanti prescindendo da una vera discussione con chi vive le università quotidianamente.   Andrea Core Esecutivo Nazionale UDU