“Come sapete, sono candidata a Garante dei detenuti dell’Abruzzo e questo incarico è incompatibile con il ricoprire responsabilità di vertice di partito”: così Rita Bernardini ha risposto, nel corso della sua relazione al XIV Congresso di Radicali Italiani, a quanti le chiedevano se si sarebbe ricandidata alla segreteria.
“Per il momento, grazie soprattutto a Vincenzo Di Nanna (segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi), abbiamo ottenuto la mia riammissione fra gli eleggibili e tolto l’etichetta di indegna che però, rivendicando ciò che ho e abbiamo fatto per la legalizzazione della cannabis – per quel che ho fatto da radicale per la legalizzazione della cannabis – vorrei appendermi come medaglia da indossare tutta la vita. Quel che è certo è che per quelle che sono le mie convinzioni io cercherò di lottare da qualsiasi postazione in cui mi sarà possibile essere in futuro”, ha aggiunto.
L'on. Bernardini è poi intervenuta sullo sciopero della fame annunciato a Teramo nel corso della conferenza stampa organizzata da Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi, precisando che lo avrebbe sospeso in seguito a un messaggio ricevuto dal vicepresidente del CSM, Giovanni Legnini, il quale aveva già espresso il suo sostegno all'appello lanciato da AGL “Rita Bernardini Garante dei Detenuti subito”. “Mi auguro che il mio sciopero della fame che ho iniziato sei giorni fa parli, trasmetta, induca il Governo ad intervenire sulla necessità di far funzionare secondo legge la magistratura di sorveglianza e gli Uffici dell’esecuzione penale esterna, altrimenti anche le nuove auspicabili norme riformatrici saranno scritte sulla sabbia, e inciamperanno rovinosamente su infrastrutture del tutto inadeguate a recepirle”.