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"La musica sta cambiando"; "la ripresa è una realtà ed una prospettiva concreta"; " l'Italia è finalmente uscita dalla recessione"; " il Pil tricolore salirà quest'anno del 0,9%, del 1,5% nel 2016 e del 1,4% nel 2017". Tanto tuonò finché piovve, diceva un antico proverbio, ma a questi tuoni, manca l'energia dei fulmini, il grigiore delle nubi, l'impenetrabile nebbia e la bagnata umidità indispensabili a scatenare la pioggia tanto attesa. Lungi da noi a fare i soliti guastafeste rispetto a roboanti proclami, ma di ripresa nel settore delle costruzioni della provincia di Teramo non si vede neanche l'ombra. Come sempre sono i numeri a chiarire ogni ragionevole dubbio.

Nel settore edile, facendo il confronto al 31 agosto 2015 con il dato al 31 agosto 2014, quindi comprendendo il periodo di maggior lavoro dell'anno, ossia l'estate, vi è un calo del 7% nel numero dei lavoratori e delle imprese, e del 5% delle ore lavorate e dei salari. Siamo ormai arrivati al record negativo di 1600 operai e 450 imprese iscritte presso gli enti bilaterali dell'industria.

Nel settore legno, le aziende rimaste in piedi, dopo un massiccio utilizzo di cassa integrazione per 5/6 anni e pesanti procedure di riduzione di personale con picchi del 50%, dopo aver avuto un inizio anno incoraggiante, sono crollate improvvisamente in estate. Infatti ben 9 aziende hanno richiesto nuovamente la casa integrazione e 3 aziende ulteriori procedure di riduzione di personale.

Nel settore inerti, i numeri sono divenuti così esigui da non riuscire più a monitorarli.

Nel settore laterizi, l'ultima azienda ha chiuso i battenti a dicembre dopo una lunga ed estenuante agonia.

Nel settore manufatti in cemento, finalmente si assume; il motivo è pressoché chiarito: delle 13 aziende esistenti in provincia di Teramo, oggi ne sono sopravvissute solo 2 che, dopo un periodo di assestamento, ora hanno acquisito il mercato delle defunte concorrenti.

A questo quadro, va aggiunta però una cornice di tutto riguardo: centinaia di lavoratori disoccupati, cassa integrati, con arretrati fino a 7 stipendi, utilizzati ormai con normalità a surrogare coi loro crediti i mancati finanziamenti delle banche. Da qui un aumento vertiginoso delle vertenze individuali di settore, + 36% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in media due vertenze al giorno, e l'esplosione delle vertenze collettive legate alle procedure concorsuali.

Anche sulle procedure concorsuali abbiamo un record poco invidiabile: il 40% delle aziende del settore legno ha utilizzato il concordato preventivo "in bianco" per terminare la propria esistenza; solo una azienda ha utilizzato il concordato in continuità rimettendo in piedi una parte della propria attività produttiva.

Sarebbe istruttivo se uno di lor signori fautori dell'ottimismo mediatico alla "Gianni", buonanima, trascorressero un paio di settimane con noi, a percorrere centinaia di km in cerca di un cantiere attivo, negli incontri con aziende e lavoratori dai destini incrociati, entrambi in cerca di lavoro, di futuro e di liquidità, nei bar in tarda serata ad incontrare i lavoratori di ritorno da qualche cantiere lontano, nelle nostre sedi sindacali a raccogliere vertenze, istruire pratiche sociali, ma anche ad ascoltare la disperazione di tanta gente che ormai nessuno vuole più sentire.

Se lo facessero capirebbero qual'e' la differenza tra il mondo reale e il pianeta extraterrestre in cui loro vivono.

Basterebbe poco: una forte iniziazione di investimenti pubblici in opere edili volte alla tutela del territorio dal dissesto idrogeologico, alla manutenzione ordinaria della viabilità pubblica, alla bonifica e adeguamento delle scuole alle norme antisismiche e delle barriere architettoniche, ad interventi di risparmio energetico e di impianti di produzione di energia pulita sugli edifici pubblici.

Il mondo dell'edilizia ripartirebbe e lo Stato investirebbe oggi per non spendere o addirittura per guadagnare domani.

E allora basta con le alchimie matematiche: un +0,9% non può essere moralmente compensativo di un -56% dal 2009 ad oggi. Anche Archimede Pitagorico, nella sua estrosità, difficilmente riuscirebbe a dimostrare l'equazione: (2015-2009):-56%=2015:+0,9% ... Forse Renzi Si!!

Giancarlo De Sanctis

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