PUNTI NASCITA, IN REGIONE L'AUDIZIONE DEI SINDACI DI ATRI E PENNE (DOPO IL MANAGER FAGNANO)
"Le audizioni effettuate oggi in Commissione di Vigilanza, convocate sulla chiusura dei Punti nascita di Atri e Penne, hanno fatto emergere come le scelte assunte oggi dal governo regionale sono inappropriate sul piano sanitario, frutto solo di scelte politiche". Lo afferma il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, a margine delle audizioni dei sindaci di Penne, Rocco D'Alfonso, e Atri, Gabriele Astolfi, e dei Direttori Generali Roberto Fagnano (Asl Teramo) e Claudio D'Amario (Asl di Pescara). "Nel dibattito - osserva ancora Febbo - abbiamo affrontato anche il tema della riorganizzazione del sistema sanitario abruzzese che, così come progettato, penalizzerebbe notevolmente le aree interne e creerebbe degli squilibri nell'area metropolitana pescarese-chietina. In provincia di Teramo, ad esempio, la chiusura del Punto nascita di Atri accrescerebbe la mobilità passiva verso le Marche dove, come è noto, il Decreto Lorenzin non viene applicato. Nell'area chietina, poi, ci sarà la chiusura di due cliniche private, mentre saranno potenziate le altre due strutture private oggi presenti a Pescara; in una delle quali sarà addirittura conferita una postazione di pronto soccorso, poiché il nosocomio di Pescara è tecnicamente impossibilitato ad accogliere le emergenze-urgenze di una popolazione che supera le 350 mila persone. Voglio ricordare - sottolinea il Presidente Mauro Febbo - che il pronto soccorso dell'ospedale di Pescara, per via delle sue funzioni specialistiche, serve un bacino di utenti che è di area regionale. Questo forte aumento di domanda di sanità, porterà alla scelta del progetto, più volte annunciato, di costruire un nuovo nosocomio, in project financing e con oltre 400 posti letto, promosso dalla ditta Maltauro. La rivoluzione sanitaria annunciata dal Presidente D'Alfonso - conclude Febbo - punta soltanto ai contenitori, anziché ai contenuti, mettendo in secondo piano le vere problematiche della sanità regionale e dei territori, favorendo la sanità privata"