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"Sono contento della presenza di tanti cittadini in una mattina lavorativa, significa che il Movimento 5 Stelle é davvero una grande famiglia. Per il resto nutro grande fiducia nei confronti della magistratura". Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle,Domenico Pettinari, in attesa della prima udienza della causa civile intentata nei suoi confronti, per diffamazione a mezzo stampa, dal presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso.Presenti circa cinquanta cittadini e attivisti del Movimento 5 Stelle, tra i quali la capogruppo regionale dei pentastellati Sara Marcozzi e i consiglieri comunali Enrica Sabatini, Erika Alessandrini e Massimiliano Di Pillo. Il governatore chiede un risarcimento danni di 200 mila euro per alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa da Pettinari, in seguito all'interpellanza che l'esponente del M5s ha presentato in Consiglio regionale nell'aprile del 2015, chiedendo conto a D'Alfonso dei motivi per i quali non era stato bloccato per tempo l'acquisto del palazzo della Asl di via Rigopiano a Pescara, acquistato al triplo di quanto un imprenditore avrebbe pagato due anni prima.La difesa di Pettinari, affidata all'avvocato Donatella Rossi, replica che "nelle interviste al centro del processo, Pettinari ha fatto semplicemente riferimento ad alcuni passaggi dell'interpellanza, ovvero un atto politico pienamente legittimo". "Questa causa dimostra che D'Alfonso é il presidente più debole della storia della Regione". Lo ha detto il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, questa mattina nel tribunale di Pescara, a margine del processo intentato dal governatore abruzzese, per diffamazione a mezzo stampa, contro il consigliere regionale pentastellato Luciano Pettinari. La richiesta di risarcimento danni avanzata da D'Alfonso é di 200 mila euro. "Pettinari ha presentato un'interpellanza legittima, in Consiglio regionale, chiedendosi cose che qualsiasi cittadino si sarebbe chiesto - ha proseguito Marcozzi - ovvero come mai un edificio che due anni prima era stato pagato 900 mila euro, è stato acquistato al costo di 3 milioni. Se D'Alfonso non riesce a rispondere a un tale quesito nelle aule del Consiglio regionale, ma ha bisogno di finire nelle aule di tribunale - ha aggiunto la capogruppo del M5S - significa che o é debole e inefficace o ha paura dell'unica vera opposizione o entrambe le cose". Quindi l'affondo: "Non ho dubbi che richieste simili arriveranno anche a me. Noi ci dimezziamo lo stipendio, non rubiamo e non dobbiamo pagare cambiali a nessuno. Loro hanno capito che questo è l'unico modo che hanno per combatterci". d'alfonso regione 0.jpg-abruzzo__d_alfonso_come_chiodi__in_consiglio_denuncia_presunte_truffe_alla_regione