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  [gallery ids="35021,35020" type="rectangular"] Non c è la Teramo che ti aspetti. L'ultimo saluto ad Alfiero Barnabei, uno degli industriali teramani più conosciuti, lo portano i suoi ex dipendenti, i parenti, gli amici dei figli Mauro e Claudia. Se non fosse per l'assessore Marco Tancredi e il vicesindaco Mirella Marchese, i consiglieri Puglia e Campana e le colleghe Di Pasquale e Di Timoteo, daremmo per assente addirittura il Comune di Teramo. Accanto a Tancredi il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone. Quella Confindustria che per dieci anni è stata la "casa" di Barnabei. Tanta gente comune, questa si, ai suoi funerali celebrati al Duomo a poche centinaia di metri dall'abitazione storica in pieno centro. Lo stendardo della Confraternita della Misericordia, da un lato, e alcuni rappresentanti della Croce Rossa, dall'altro. Al centro della navata, il feretro accarezzato da un cuscino di rose rosse e circondato da quella Teramo che, come ha ricordato da don Aldino nell'omelia, quando ha avuto bisogno di Barnabei si è sempre sentita rispondere "presente". Un uomo che ha fatto della disponibilità al prossimo un marchio di vita. Tra i presenti, anche il cavaliere Giandomenico Di Sante, presidente della Camera di Commercio (anche qui Barnabei ha svolto il suo "servizio") che ha voluto seguire le esequie il più vicino possibile all'altare. Il Duomo non è vuoto, per carità ...Ma non c è la Teramo delle "risposte" che invece Barnabei ha dato, dove e come possibile, nel corso della sua vita. Non c è la Teramo (e provincia) delle Istituzioni. E il rammarico si fa strada anche tra coloro che, invece, ci sono stati e si sarebbero aspettati ben altro nel giorno dell'addio. E non manca chi ti indica Angelo Sperandio, l'ex sindaco di Teramo. In prima fila, anche lui. Dalla parte opposta a Di Sante. E allora pensi che non tutta Teramo ha dimenticato Alfiero Barnabei e la sua storia.   GUARDA IL SERVIZIO (CLICCA QUI) image image image