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brucchi terTeramo, soprattutto in questo momento storico, non può permettersi il teatrino messo in atto dal Sindaco Maurizio Brucchi, dalla sua Giunta e dal “monopartitismo di fatto” della politica teramana, costituito dalla gamba di centro-destra e da quella del Pd. A vario titolo, in questi giorni, si sta assistendo al classico e inutile gioco delle parti: da un lato un centro-destra in stato confusionale, che prima finge di promuovere un nuovo rimpasto (come se servisse a sopperire alla mancanza di idee utili per la città) per poi concludere questa fase nel più scontato nulla di fatto. Quindi, tempo e risorse preziose spese dal Sindaco in un’attività dispendiosa rivelatasi poi infruttuosa e sterile. Dall’altro lato un Pd che sta manovrando per preparare chissà quale operazione politica da concludere con pezzi del centro-destra. Siamo oltre il cosiddetto Partito della Nazione. Ma non siamo approdati a qualcosa di nuovo, innovativo e positivamente pragmatico per il bene della città. Siamo semplicemente ripiombati nel classico atteggiamento manovriero della politica politicante, che a livello nazionale si traduce, ad esempio, nella partecipazione ai talk-show televisivi, dove si finge di litigare e dividersi per poi votare più o meno allo stesso modo nelle assemblee e nelle commissioni parlamentari, mentre a livello locale si declina nei piccoli accordi (s)partitocratici per scomporre e ricomporre le coalizioni e rafforzarsi in vista delle successive elezioni. Tutto questo rappresenta la politica autoreferenziale che negli ultimi anni non solo non ha saputo risolvere i problemi dei cittadini, ma ha contributo ad aggravarli. Al Partito democratico diciamo quindi che non si costruisce alcuna alternativa per la città con i soggetti che fino a ieri erano colonne portanti della maggioranza. Apprendiamo inoltre della partecipazione del Sindaco Brucchi alla conferenza stampa del “Comitato dei Sindaci a difesa della famiglia”, incontro preparatorio in vista del cosiddetto Family Day. A parte la locuzione piuttosto ambigua, come se tutti gli altri Sindaci d’Italia non membri di tale comitato non abbiano tra i loro obiettivi la difesa della famiglia, non si capisce perché l’estensione di diritti ormai considerati tali dalla maggioranza della popolazione italiana possano ledere quelli delle famiglie cosiddette “tradizionali”. L’allargamento della platea dei cittadini tutelati dall’ordinamento giuridico non solo è giusto per definizione, ma rafforza anche i diritti già esistenti e costituiti e politicamente parlando Brucchi con la sua presenza in quel contesto schiera Teramo contro una proposta di civiltà e giustizia come il ddl Cirinnà. Questa città necessita di una svolta politica che superi queste logiche e Sel, impegnata nel processo nazionale verso il nuovo partito della sinistra, intende esserne protagonista. Luigi D’Ettorre – coordinatore circolo Sel Teramo Città Stefano Ciccantelli – coordinatore provinciale Sel Federazione di Teramo