CASO NOEMI/PEZZOPANE E MONTICELLI SI RIVOLGONO ALLA LORENZIN
Una interrogazione sul caso di Noemi, nata d'urgenza ad Atri dove il punto nascita è stato chiuso, è stata presentata dalla senatrice del Pd, Stefania Pezzopane al ministro della salute, Beatrice Lorenz. "Noemi è nata dove la Regione Abruzzo sostiene non potesse nascere. Assurdo. Auguri ai suoi genitori e alla bimba simbolo, partorita d'urgenza nel Punto Nascita di Atri (Teramo), ormai chiuso da un paio di mesi e riaperto per l'occasione. Un caso che riporta alla luce la gravità della situazione della chiusura di alcuni Punti Nascita", dice Pezzopane. "La situazione paradossale - prosegue la senatrice - è che questa giovane donna di Atri non ha potuto partorire nell' ospedale di Pescara, il cui punto nascita gode di appositi investimenti per accogliere le partorienti dei punti nascita soppressi, ma è stata rimandata a casa ad Atri, dove il punto nascita invece è stato chiuso. Proprio qui, per evitare che succedesse il peggio, ha potuto dare alla luce una figlia, in una situazione di assoluta emergenza, che ha richiesto l' immediato trasferimento di madre e neonata all'ospedale di Pescara. È andata bene per fortuna, ma è mai possibile che le donne in questo Paese siano costrette a partorire in queste condizioni?". "Nel corso del dibattito sul decreto, il ministro Lorenzin - riferisce Pezzopane - ha assicurato di voler rivedere la stabilita chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti, proponendo altri parametri di valutazione. Il Presidente dell' Abruzzo D'Alfonso ha scritto a questo proposito al ministro, chiedendo una nuova valutazione: ma la Regione, oltre alla lettera, sta predisponendo documentazione a sostegno? E il ministro della Salute sta considerando la richiesta della regione Abruzzo? Questo sconcertante episodio testimonia quanto sia importante mantenere i punti nascita anche in quei piccoli centri in cui sono necessari a causa della logistica difficile e nei casi in cui gli ospedali più vicini molto affollati".
Ed anche il consigliere regionale Luciano Monticelli scrive alla Lorenzin e a tutti i deputati e senatori abruzzesi:
Gentili Signori,
Nel tardo pomeriggio di ieri gli organi di stampa online, seguiti dai quotidiani di questa mattina, hanno dato notizia di un parto avvenuto in data 9 febbraio 2016 presso il Punto Nascita del “San Liberatore” di Atri (TE), reparto soppresso a decorrere dal 01/11/2015 in virtù del Decreto del Commissario ad Acta per la Sanità 10/2015 e della successiva Deliberazione n. 855 dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Teramo.
Secondo quanto riportato dalla stampa la donna, una cittadina italiana originaria di Atri e residente a Pineto, in data 8 febbraio 2016 si è presentata presso il Punto Nascita del “Santo Spirito” di Pescara, dove avrebbe ricevuto indicazione di abbandonare il presidio sanitario e di tornare a casa. La mattina successiva, ella si è rivolta al “San Liberatore”, dove il personale sanitario, vista l’imminenza del parto, si sarebbe visto costretto a rimettere in funzione le sale di Ostetricia, verosimilmente in stato di abbandono e non perfetta efficienza, e a richiamare altri specialisti dall’Ospedale “Mazzini” di Teramo, distante circa 45 minuti di tragitto automobilistico.
È superfluo sottolineare che quanto avvenuto rappresenta un inaccettabile disservizio ai danni della famiglia coinvolta, che si è risolto positivamente solo grazie alla condizione ancora agibile del soppresso reparto del “San Liberatore” e della professionalità del personale coinvolto.
Particolare apprensione destano due elementi della vicenda. Il primo è il mancato trattamento ricevuto presso l’Ospedale “Santo Spirito” di Pescara, che già nel 2013 totalizzava più di 2000 parti annui, e per effetto del citato D. C. 10/2015 ha visto incrementare in modo considerevole l’afflusso di partorienti. Il secondo è il mancato trasferimento della donna presso un Punto Nascita funzionante in condizioni di sicurezza.
In considerazione di quanto denunciato dalla stampa, invito ciascuno di voi a voler esaurire ogni mezzo istituzionale per fare rapidamente chiarezza su quanto accaduto, su cosa non ha funzionato e su quali rischi si sono corsi, e in particolare sulle due questioni citate: l’Ospedale “Santo Spirito” di Pescara è in grado di gestire l’aumentato volume di parti derivante dagli effetti del D. C. 10/2015? È possibile, nella nuova conformazione del Percorso Nascita abruzzese, garantire alle donne il trasporto sicuro presso un reparto in efficienza?
Nel caso la risposta non possa essere pienamente positiva, invito ciascuno dei destinatari in indirizzo a lavorare, ciascuno per quanto di propria competenza, perché vengano quanto prima annullati gli effetti del D. C. 10/2015.