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TRIVELLE:RIVOLTA ABRUZZO; CHIODI,SUBITO INCONTRO CON PASSERALa data del 17 aprile indicata dal Governo per il referendum antitrivelle - in attesa della decisione definitiva del Presidente della Repubblica - "metterebbe a rischio l'applicazione della legge 28 del 2000 sulla par condicio, perché questa data non consentirebbe agli organi competenti di completare le procedure previste in tempo utile per far svolgere almeno 45 giorni di campagna elettorale, così come prevede la legge". Lo ha detto il presidente del consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, che da tempo chiede l'election day in cui accorpare referendum ed elezioni amministrative. Riferendosi ancora alle conseguenze sulla par condicio, Lacorazza ha spiegato che "tutta la parte procedurale (che comprende anche il regolamento per la disciplina della par condicio che l'Agcom deve emanare dopo la consultazione con la Commissione parlamentare di vigilanza Rai) dovrebbe essere espletata entro e non oltre il 2 marzo. Inoltre deve essere stabilito l'ambito territoriale della comunicazione politica e dei messaggi autogestiti, tenuto conto anche della rilevanza della consultazione sul territorio nazionale". "Trecento milioni di euro che si potrebbero risparmiare. Basterebbe - ha continuato, in una nota diffusa dall'ufficio stampa dell'assemblea lucana - un decreto del Governo per far svolgere nella stessa data le elezioni amministrative e il referendum sulle trivelle in mare, così come è stato fatto nel 2009. Una cosa talmente ragionevole che non ci dovrebbe essere neanche bisogno di segnalarlo. Senza parlare del fatto che la Corte costituzionale dovrà a breve esprimersi sui conflitti di attribuzione da sei regioni in merito al piano e delle aree e al doppio regime delle concessioni. Se la Consulta dovesse esprimersi in favore dei ricorrenti, ci saranno altri due referendum e una quarta consultazione da tenere in primavera, dopo il referendum e i due turni delle amministrative".