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Dal 16 maggio, il cavalier Giandomenico Di Sante non sarà più presidente della Banca dell'Adriatico. Il 16 maggio, infatti Banca dell’Adriatico perderà la propria personalità giuridica e il consiglio di amministrazione in carica decadrà definitivamente. Rimarranno solo le insegne di quella che era la storia anche importante dell'istituto che, per anni e anni, ebbe cuore e testa a Teramo. Tutto avviene perché è stata approvata ieri la fusione per incorporazione di Banca dell’Adriatico in Intesa Sanpaolo. Lo ha stabilito  il Consiglio di gestione del gruppo bancario, nell'ambito del piano di razionalizzazione dell’istituto di credito, in attuazione delle direttive europee intese a favorire la centralizzazione delle banche presenti sul territorio. Così, a distanza di circa quattro anni dalla nascita della superbanca, Banca dell’Adriatico confluisce in Intesa Sanpaolo. Eppure, quattro anni si era deciso che la sede operativa di Banca dell’Adriatico rimanesse a Pesaro e quella legale ad Ascoli. A Teramo, solo la persona fisica del presidente. Ora, a seguito degli delle decisioni del Consiglio di gestione del gruppo bancario, tutto verrà trasferito a Milano e ogni decisione verrà presa dai vertici di Banca Intesa. Attualmente, Banca dell’Adriatico può contare su 205 sportelli dislocati in tre regioni: nelle Marche, in Abruzzo e in Molise. I dipendenti dell’istituto di credito sono 1.800 e oltre 370.000 clienti.