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via longoSono diminuiti gli sfratti per finita locazione, ma sono aumentati quelli  per morosità e allo stesso tempo sono aumentate anche le richieste di un alloggio popolare. Lo scrive in una nota: il segretario provinciale del Sicet: Antonio Di Berardo.  La situazione abitativa in provincia di Teramo ha raggiunto livelli non più accettabili. Famiglie numerose e con redditi bassi, coppie separate con figli, anziani malati, pensionati al minimo e invalidi civili sono categorie tutte prive di tutela. Nonostante un terzo della popolazione teramana  viva sotto la soglia di povertà, non riuscendo più a pagare l’affitto e le utenze.  Il provvedimento di sospensione dell’esecuzione degli sfratti è stato eliminato definitivamente dal Governo Renzi con il decreto Milleproroghe; fatto molto grave che va a colpire i soggetti più deboli e in difficoltà economica. Osservando i provvedimenti di sfratto (dati del Ministero degli Interni) del 2013, vediamo che in provincia di Teramo abbiamo avuto un totale di 269 provvedimenti (+ 63,03% rispetto all’anno precedente), con 64 sfratti eseguiti (- 24,71% rispetto a.p). Diversi sono i dati del 2014 che riportano invece un totale  di 257 provvedimenti (- 4,46 % rispetto al periodo precedente) e 146 sfratti eseguiti (+128,13%). Entrando poi nel merito della natura dei provvedimenti, quelli per morosità sono stati nel 2013 124, mentre nel 2014 192 (+54,84%). Nei nostri uffici è un via vai di persone disperate, in maggioranza madri separati, giovani, anziani malati, pensionati al minimo che hanno ricevuto l’avviso di sfratto e non sanno dove andare perché hanno perso il lavoro o che la pensione non è più sufficiente per la sopravvivenza, e non hanno più un euro per far fronte alla quotidianità. Il povero cittadino ha l’impressione o direi quasi l’evidenza che le istituzioni e la politica non se ne rendano conto. L’Ater di Teramo, da tempo, non ha più le abitazioni necessarie per far fronte all’emergenza (ci sono liste di attesa  ormai dal 2009, ma come se niente fosse il Comune di Teramo ha bloccato le assegnazioni per portare avanti il progetto di riqualificazione di via Longo). Occorre invece, una soluzione a brevissimo termine, perché questa gente non può andare a vivere sotto i ponti. E poi, occorre rilanciare al più presto le politiche di edilizia residenziale pubblica.