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TELEPONTE Teleponte, la crisi si sposta sui tavoli istituzionali. Oggi, durante l'incontro tra personale, sindacati e proprietà, è stato confermato lo stato di agitazione. I giornalisti dell'emittente, con la Cgil e all’Assostampa, il sindacato di categoria, si sono detti preoccupati per la situazione che ha investito nelle ultime settimane, ma forse è più giusto dire da diversi mesi, la storica emittente televisiva teramana. In mattinata vertice tra le parti, a cui hanno partecipato l’amministratore delegato Mario Schintu e il presidente onorario Aldo Di Francesco. Una riunione che è servita a ribadire le difficoltà che Teleponte sta attraversando e lo stato di agitazione proclamato dal personale, tecnici e giornalisti già dallo scorso 30 aprile ma di cui è stata data notizia solo ora. Da alcuni giorni l’emittente teramana, che col provider Tvq trasmetteva sul canale 15 è oscurata. Canone non pagato, bollette dell’Enel non saldate e mensilità non versate ai dipendenti, tecnici e giornalisti che da oggi hanno deciso di continuare a lavorare in registrata e a garantire l’informazione attraverso il sito, astenendosi dai servizi audio e video. Cgil e Assostampa, dopo la riunione con la proprietà e l’amministratore delegato, hanno reso noto un comunicato, nel quale si espone una richiesta ufficiale per l’apertura di un tavolo istituzionale in Provincia. Redazione e sindacati attendono, come da impegno assunto dalla proprietà, il pagamento entro martedì prossimo di due delle 4 mensilità arretrate e un piano aziendale che dia garanzie rispetto alla salvaguardia dei livelli occupazionali.