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È la crisi di Teleponte, la storica emittente televisiva teramana, l'argomento portante delle cronache cittadine in queste ore. Il black out delle trasmissioni, dovuto al mancato pagamento del provider tvq e all'abbassamento della tensione elettrica sui ripetitori per ritardo nel saldo enel, lo sfratto per morosità dalla sede della Gammarana, i ritardi nel pagamento degli stipendi al personale (con apertura di un tavolo sindacale), sono solo alcuni dei problemi della societá editrice FinTelevision. Corposo sarebbe, infatti, il monte debiti, tanto con l'erario quanto con i fornitori. Il rischio, più che concreto a questo punto, è che per TelePonte la sorte sia segnata. Come sempre in questi casi, si rincorrono voci e illazioni su possibili soluzioni o su eventuali cessioni. La prima è quella che darebbe l'editore di Telemolise e Tv6, Quintino Pallante, interessato a rilevare il logo e il canale di Teleponte . La seconda, invece, è quella che riferisce di una trattativa avviata tra il presidente onorario di Teleponte, Aldo Di Francesco, e il proprietario di Tvp Italy Srl editrice di VeraTv, Bachisio Ledda. Sentito in proposito, lo stesso Ledda chiarisce: "Assolutamente no. Non sono affatto interessato a Teleponte, perché con la nostra VeraTv abbiamo tutti i requisiti per concorrere alla bando per la riassegnazione degli LCN, con la certezza di poter ottenere in Abruzzo un canale dalla numerazione ricompresa tra il 10 e il 19". Giova precisare, inoltre, che rilevare Teleponte significherebbe, per chiunque, farsi carico di tutti i debiti; qualora invece si optasse per una scissione del ramo di azienda, la cosa dovrebbe essere comunicata pubblicamente ed esposta al ricorso dei creditori che, in virtù della scissione, temerebbero di non poter entrare in possesso delle somme dovute.