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Si è spento questa mattina in una struttura sanitaria de L'Aquila, dove era stato recentemente ricoverato, l'avvocato teramano  Pietro Sortino, conosciutissimo in città, sia in virtù degli oltre quarant'anni spesi nella sua attività legale, sia per l'inconfondibile signorilità che ne tratteggiava ogni gesto. Signore vero, nel più antico e profondo senso del termine, Pietro Sortino era persona dai modi garbati e dal fare elegante. Originario della Sicilia, a Teramo aveva costruito professione e famiglia, crescendo i due figli Bianca e Andrea, e radicandosi anche nel tessuto culturale e sociale cittadino, non facendo venir mai meno il suo contributo di idee e di disponibilità. Nonno affettuoso, non era difficile incontrarlo nelle sue immancabili passeggiate in centro, mano nella mano con una delle sue nipotine. Anche quando il peso degli anni si era fatto più gravoso, il suo passeggiare "armato" di un quotidiano sottobraccio, era un momento obbligatorio della sua giornata. Il 30 aprile di quest'anno, nel corso di una suggestiva cerimonia all'università, l'avvocato Sortino era tornato a vestire la sua toga per la celebrazione delle toghe d'oro, che l'aveva visto insignito della medaglia dell'Ordine degli Avvocati, che testimonia un'attività forense lunga più di quattro decenni. Alla famiglia Sortino, e in particolare alla moglie dell'avvocato scomparso, al figlio Andrea, che ha seguito nell'avvocatura le orme del padre, e alla figlia Bianca, collega giornalista, le più sentite condoglianze di tutta la nostra redazione.