Abbiamo imparato a conoscere la “Regione Facile e Veloce” di Luciano D'Alfonso ed abbiamo anche capito che il governo è eccelso nella comunicazione pubblica. Ironia a parte, sappiamo che è tutto esclusivamente basato sul bluff mediatico ma spesso ci chiediamo se i marziani siano arrivati a Teramo sotto mentite spoglie vestendo i panni degli amministratori regionali, vivendo un mondo tutto loro. Ne siamo convinti perché chi è capace di firmare un documento programmatico di assoluta rilevanza con altrettanta superficialità non è assolutamente in grado di governare. Un documento ossia la delibera della giunta regionale n. 229 del 19 Aprile 2016, senza date e costi certi.
Apprendiamo infatti che Lunedì il Presidente del Consiglio Matteo Renzi abbia firmato alla presenza del Presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso il “Masterplan” con il quale vengono finanziate una serie di opere pubbliche tra le quali la funicolare che dal centro di Teramo porta al campus universitario. Inutile soffermarsi sull'inutilità della stessa la cui realizzazione è ovviamente a carico della collettività. Era logico aspettarsi l'apertura di un tavolo pubblico permanente al fine di coinvolgere associazioni, liberi cittadini e di indirizzare magari quelle preziose risorse ad opere di cui il nostro territorio più necessita in questo momento storico.
Ci preme sapere infatti dal Magnifico Rettore Luciano D'Amico e dai suoi validissimi collaboratori che tanto si sono spesi per il compimento di questo "iter burocratico", se ci sia già stato uno “studio di fattibilità”. Sappiamo, in base a quanto citato nel documento, che oltre ad avere costi elevati, ben 10.000.000,00 €, vi sarebbero altrettante spese di gestione e manutenzione nonostante non si evinca bene chi si farà carico di tutto ciò. Oltre al discorso meramente tecnico tutti sono a conoscenza che una simile costruzione poggerà le fondamenta su un terreno altamente franoso per natura come più volte dimostrato da vecchi sondaggi geognostici effettuati sulla stessa zona. Questo ci porta già a pensare ai rischi connessi ed ai tempi biblici di realizzazione ai quali si potrebbe andare incontro. Perché allora non riflettere prima sulla sicurezza del quartiere le cui strade sono abbandonate al loro destino nella morsa dei dissesti idrogeologici vari dovuti per l'appunto alla composizione del terreno? Perché non pensare alla sicurezza dei residenti di Coste Sant'Agostino? Si concentri quindi il governo regionale, la stessa amministrazione comunale e l'entourage dell'UniTe a ripensare l'università riportandola in centro, a ripensare il campus ed a lasciare per sempre una zona che ahinoi non gli è mai appartenuta. Un dibattito che va avanti da anni ma che mai ha visto realmente interessati gli amministratori.