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2015_08_31_PAOLUCCI_RETE_SICUREZZA_NASCITE_CHIETI_08In Abruzzo si vive più a lungo e si muore meno rispetto alla media nazionale, nonostante il 37% della popolazione sia in sovrappeso e il 44,6% non fa sport. Lo dice il rapporto 2015 dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, in una regione che aspira all'eccellenza, e dove si continua a nascere col parto cesareo in più di un caso su tre, e dove l'80,7% dei medici si dichiara obiettore di coscienza. Le buone notizie riguardano l'aspettativa di vita, che negli uomini è passata dai 79,1 anni del 2010 agli 80,2 del 2014. Quella delle donne, nello stesso arco temporale, è passata da 84,3 a 85,1 anni. Negli ultimi anni, sottolinea la ricerca, si assiste a un incremento più favorevole per il genere maschile rispetto alle donne. Il vantaggio femminile rimane, comunque, ancora consistente. Il dato della mortalità maschile, nel 2012 si attestava a 102,8 per 10.000 abitanti, per quanto riguarda gli uomini, e a 65,3 per diecimila per le donne. Il “big killer” degli abruzzesi, secondo il report di Osservasalute elaborato incrociando dati Istat e vari registri nazionali, resta la malattia ischemica del cuore, che raggiunge punte superiori al 15%, a fronte di una media nazionale del 12-13%. Al secondo posto nella classifica della mortalità figurano le malattie cerebrovascolari, con 606 decessi maschili e 877 femminili. La terza causa è rappresentata da altre malattie del cuore (rispettivamente, con 532 e 677 morti). Al quarto posto, per gli uomini, ci sono i tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni (439 casi), mentre per le donne c'è l'ipertensione (546), seguita dall'Alzheimer (513).