Ha destato un certo scalpore  a Cortino, il fatto che il Sindaco uscente Gabriele Minosse e segretario provinciale del Pd, sia stato riconfermato con un solo voto in più, rispetto al suo avversario di stampo centrodestra Marco Tiberii. Una guerra senza precedenti quella sferrata tre giorni prima delle elezioni nel piccolo comune montano, contro il primo cittadino uscente solo per una incredibile guerra politica volta alla leadership del Pd e alla conquista di una poltrona al Ruzzo. Protagonisti di questa guerra, vinta sul filo di lana da Minosse sono stati: Giancarlo Di Lucanardo con Giacomino Di Pietro, Federico Agostinelli assessore a Campli  (uno degli uomini di punta dell'onorevole Paolo Tancredi) e i sotterfugi che non mancano mai, all'interno del Pd. «Sono felicissimo - dice Minosse - perchè ho combattuto da solo contro il mondo, contro di me hanno alzato gli F 16». A guidare la battaglia, da una parte Di Lucanardo e Di Pietro che si sono dati da fare per Tiberii in modo da poter poi dinostrare di avere la forza per tornare sulla poltrona da presidente al Ruzzo, dall'altra parte si è materializzato l'assessore camplese Federico Agostinelli, che ha addirittura compilato la lista contro il sindaco uscente. Su 525 voti Minosse, alla fine non ha potuto contare solo su 50 voti. Anche una parte delle varie anime del Pd si sono messe in campo contro il Sindaco uscente non riuscendo nell'obiettivo, anche perchè, in difesa di Minosse,  si erano mossi in tempo utile: il Governatore D'Alfonso e il capogruppo Mariani. Replica a Minosse, lo sconfitto Marco Tiberii: «Qualcuno ha tentato di giocare sporco per cercare di non far candidare qualcuno - dice - vorrei capire a chi si riferisce Minosse quando parla di una parte di Pd che non lo avrebbe appoggiato visto che c'erano tutti: il Governatore, Mariani, Di Sabatino, la Di Pasquale...e che Minosse ha vinto anche grazie ai nostri voti. Mi preoccuperei piuttosto del fatto che non abbia ringraziato gli elettori che lo hanno votato e fatto vincere...per un voto».