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20160610_104142Commissione affari generali nel caos quella che si è svolta stamattina per decidere sull'inserimento della modifica dello statuto per consentire ai consiglieri comunali di essere delegati dal Sindaco a ricoprire ruoli che non hanno alcuna validità di legge e neppure operativa ed amministrativa. Alla fine il Sindaco è stato messo al muro e si è visto costretto a ritirare il provvedimento che non andrà in consiglio, per ora, in attesa di una rivisitazione complessiva di tutti i regolamenti, alcuni bloccati da anni in Comune. Gianguido D'Alberto e Flavio Bartolini hanno messo in piedi una conferenza stampa appena conclusa la commissione: «Abbiamo chiesto il ritiro della delibera dopo che abbiamo capito che in soli cinque giorni volevano fare questa ennesima forzatura solo per mettere fine a questa questione di crisi politica non ancora risolta. Noi chiederemo in tempi e modi opportuni la modifica dello statuto, articolo per articolo». Duro attacco anche a Teramo Soprattutto dal Pd: «Covelli ha parlato di un non inserimento politico. Tutto questo non ha alcun senso specie  detto da loro, che avevano chiesto un azzeramento e sei assessori mentre poi, non è accaduto proprio nulla di nuovo rispetto a quanto detto dal gruppo. Un modo come un altro per cercare di risolvere una crisi politica in atto da mesi». Pronta anche la battuta del Sindaco : «Stiamo parlando del nulla cosmico». Sulla figura del consigliere delegato interviene anche Angelo Puglia, capogruppo della Lista Civica: «Si tratta di una figura del tutto vuota - dice - chi la ricoprirà non potrà fare nulla e non è prevista per legge, tanto meno puo' incidere sulla vita amministrativa». Momenti di caos si sono registrati anche quando il presidente Milton Di Sabatino ha avvicinato e preso da parte i due consiglieri della Lista Civica (Puglia e Campana) e di FDI-AN (Micheli) ai quali ha chiesto di lasciare i loro posti nella zona attualmente occupata della maggioranza e di "accomodarsi" altrove essendo loro non piu' espressione di questa amministrazione.«Noi continueremo a sederci dove siamo sempre stati - ha detto Angelo Puglia - se saranno pretese le nostre sedie devono dircelo pubblicamente non in maniera amicale come ha cercato di fare Di Sabatino. Questo è un fatto politico. Quando Sbraccia e Micheli sono usciti dalla maggioranza, come mai sono rimasti seduti al loro posto?».