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Clelia ArduiniSarà presentato giovedì 23 giugno, nella sede della Banca di Teramo, in viale Crucioli, alle ore 17.30, “Arrivederci Roma”, il libro scritto per Albeggi edizioni dalla teramana Clelia Arduini, giornalista del Touring magazine specializzata in turismo e beni culturali. Sarà la stessa autrice, in una conversazione con Nicola Catenaro e attraverso i brani letti da Tania Bonnici Castelli, a illustrare il senso dei ventiquattro capitoli (o racconti, visto che ciascuno è una storia a sè) del volume, che vanta la prefazione del giornalista e saggista Vittorio Emiliani. Si tratta dell’omaggio dell’autrice a una città, Roma, che l’ha ospitata per circa venti anni e che, a un certo punto della sua vita, per varie ragioni, ha deciso di lasciare per stabilirsi con la famiglia in Umbria. «Un racconto particolarissimo – come si legge nelle note di copertina -, esilarante e nostalgico, di una città amata e odiata, esaltata e detestata. Un distillato di luoghi sorprendenti, storie stravaganti di personaggi quasi felliniani, scorci da cartolina e angoli nascosti, e poi odori, sapori, ritratti di storia antica e recente e quadretti di vita quotidiana della Capitale d’oggi». Perché mai un libro dedicato alla Madre di tutte le capitali dovrebbe essere presentato a Teramo? Prima di tutto perché l’autrice è teramana doc e da anni scrive per il Touring magazine articoli e reportage anche sul patrimonio culturale teramano e abruzzese, immergendosi nel pieno della natura e di piccoli borghi d’arte sconosciuti alla maggior parte dei visitatori. Presentare quindi il suo libro nella città che non ha mai dimenticato ha a che fare con l’affetto, i ricordi, il desiderio forse un giorno di tornare. In seconda battuta perché la romanità in Teramo, quella di SPQR, è  ben visibile e continua a battere nel suo Dna, dal parco archeologico della Cona al Teatro e all’Anfiteatro del centro. Pietre parlanti che, come a Roma, potrebbero ricevere maggiori attenzioni da parte di tutti. La scrittrice, in queste 150 pagine dedicate alla Capitale, si pone come residente, viaggiatrice, osservatrice e turista della città in cui ha vissuto per quasi venti anni e la racconta dai vari punti di vista, con spunti comici, malinconici, avvelenati, innamorati. «Perché Roma – scrive Clelia - è bella e impossibile. È bella, bellissima, sublime, se la vedi all’alba e senti un’emozione che diventa dolore quando il lungotevere si tinge di porpora. È impossibile se la vedi alle dodici, ma anche alle due o alle sei del pomeriggio e senti una violenza che sale dal basso ventre fino alla testa quando tutto intorno a te è un inferno di acciaio e inciviltà». Ma «anche Teramo, a modo suo – aggiunge Clelia commentando il suo libro  - , è bella e impossibile, quasi sempre quieta e dorata, abbracciata dai suoi colli, che però non sono sette; a volte è infernale, e rumorosa. Senza essere capitale». Clelia Arduini inizia a scrivere a venti anni nelle pagine abruzzesi de “Il Tempo”, dopo la laurea in giurisprudenza frequenta il master della Luiss su Giornalismo e comunicazione d'imprese, scrive a Roma per un settimanale dal titolo “Capitale sud”, va a Milano e collabora con i periodici del gruppo Rusconi (“Gente”, “Gente viaggi”, “Eva express”) e poi viene assunta a “La Notte”, l'ultimo quotidiano del pomeriggio. Successivamente passa a “Qui Touring” del Touring club italiano e lì si occupa per una ventina d'anni (la collaborazione continua) di beni culturali, turismo e altri settori. È stata per tre anni presidente dell'associazione culturale Archeoclub d'Italia e per Teramo ha curato e diretto la rivista trimestrale “Abc Abruzzo beni culturali”. “Arrivederci Roma” è il suo secondo libro. Il primo l'ha dedicato sempre a Roma e alla strada vip Via Cortina d'Ampezzo.