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GRANDE ITALIACi siamo. L'attesa sta per concludersi: Il 28 giugno è alle porte e, martedì si saprà a chi sarà venduto il Caffe Grand'Italia (e quante richieste di acquisto saranno arrivate all'attenzione del Tribunale) dopo l'evidenza pubblica e dopo il fallimento della precedente società che ha portato il Tribunale alla pubblicazione della gara. Intanto, si è appreso che il bar più "in" della città potrà essere solamente venduto e che mai potrà essere dato in gestione. Lo spiega il titolare del Bar Roxi: Antonio Marcozzi che aveva presentato al curatore: il commercialista Sergio Saccomandi una proposta scritta per la gestione del caffè, per 200 mila euro ed un leasing (per 100 mila euro) per lo smantellamento del dehors. La proposta comprendeva anche 58 mila euro per l'affitto di un anno e quattro mila euro per la curatela, con la possibilità di acquisto entro un anno dalla gestione. Nulla di tutto questo potrà essere preso in considerazione: «Il problema - spiega Marcozzi - starebbe nel fatto che la gara pubblica prevede non  la gestione del bar del centro ma la vendita e la mancanza delle autorizzazioni sanitarie del locale. Secondo la Asl, i locali non sarebbero agibili dal punto di vista igienico sanitario. Ma come hanno fatto allora ad esercitare e a lavorare li dentro in questi nove anni? - si domanda Marcozzi - e come mai nessuno ha mai fatto sapere nulla a tal proposito? ». Saccomandi nel confermare che la gara prevede la vendita del locale evidenzia che fino a febbraio le autorizzazioni sanitarie c'erano. Qualcosa pero' non torna. I dubbi rimangono e le domande pure.