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DI FRANCESCODa tre giorni Teleponte è di nuovo oscurata. Stavolta il motivo non sarebbe legato alla crisi finanziaria della società ma ad un problema tecnico e lo conferma Quintino Pallante, l’editore di Tv6 che ormai da due mesi tiene accesa l’emittente teramana sul canale 15. «Il segnale non arriva al decoder», dice Pallante, «c’è qualcosa di tecnico che non va, probabilmente lunedì (domani, ndr) sapremo cosa». La notizia che riportiamo viene oggi pubblicata dal quotidiano Il Centro. Pallante ribadisce che la trattativa avviata a maggio per acquisire logo e canale di Teleponte va avanti «ma», sottolinea, «non è semplice. L’obiettivo comunque resta». Nel frattempo il commissario regionale del Consorzio industriale, l’ente proprietario della sede di Teleponte, rivela di aver fatto pignorare circa 100mila euro di contributo ministeriale che l’emittente dell’editore Aldo Di Francesco avrebbe dovuto ricevere. «Per coprire i nostri crediti legati agli affitti arretrati», dice Giampiero Leombroni, «abbiamo preferito seguire questa strada piuttosto che procedere con un’istanza di fallimento». Slitta invece lo sgombero forzoso dei locali, che il Consorzio vuole liberi entro l’estate perché andranno all’asta. Sulla crisi di Teleponte interviene il circolo cittadino di Teramo di Sinistra ecologia e libertà - Sinistra italiana. «Scopriamo con dispiacere e allarme», scrive il coordinatore Luigi D’Ettorre, «che l’editore, nonostante le rassicurazioni delle scorse settimane, non ha ottemperato al suo impegno di corrispondere gli stipendi dovuti ai giornalisti e ai tecnici. L’agonia dell’emittente, a nostro parere, dovrebbe interessare tutte le istituzioni e gli attori politici cittadini sia per salvaguardare e garantire i livelli occupazionali dell’azienda, sia per tutelare un prezioso presidio per il pluralismo informativo. Per il futuro prossimo auspichiamo un rilancio dell’azienda».