LA SANTONE: "MA QUALE RAZZISMO? LA NOSTRA SCUOLA E' BANDIERA DELL'INTEGRAZIONE"
Ma quale razzismo? Ma quale rifiuto della diversità? Questa è una scuola che fa della tolleranza una materia di insegnamento e dell’inclusione una regola di vita”. Non ci sta, Maria Rita Santone, consigliera comunale d’opposizione e docente dell’istituto comprensivo D’Alessandro Risorgimento, ad essere considerata “razzista”. La vicenda, è chiaro, è quella della “moschea a cielo aperto”, ovvero della preghiera di gruppo che un centinaio di musulmani, martedì mattina, ha praticato nel campetto di basket della D’Alessandro. Una cerimonia che, nel suo svolgersi, ha creato problemi all’attività della scuola, impegnata in un corso di formazione. “Ma non si è trattato di problemi di natura religiosa o di razzismo - continua la Santone, presente al corso - noi ci siamo lamentati dell’organizzazione del Comune, ovvero del fatto che nessuno sapesse nulla. ci saremmo lamentati anche se si fosse trattato di una manifestazione cristiana o di qualsiasi altro credo religioso, così come se non si fosse trattato di una manifestazione religiosa, è stata solo una questione di organizzazione malvestita dal Comune…nessuno ha messo in discussione il diritto dei musulmani alla preghiera, né ha avuto espressioni di razzismo…noi abbiamo criticato la gestione comunale del tutto, che concede spazi e non avvisa…tutto qui, la religione non c’entra niente, ad accompagnare i musulmani in preghiera, c’erano anche bambini, alcuni dei quali nostri studenti, ragazzi coi quali abbiamo costruito le nostre storie meravigliose di integrazione riuscita..altro che razzismo, il problema è solo, ancora una volta, di chi gestisce il Comune come se fosse una polisportiva, anzi peggio, con improvvisazione e senza programmazione”. E’ decisissima la Santone: “Non ci stiamo a passare da razzisti, solo perché abbiamo sostenuto che il nostro corso e la preghiera, alle stesse ore, erano inconciliabili, sarebbe bastato avvertirci e avremmo spostato gli orari del corso, o rimandato…invece, c’è chi ha voluto leggere nella nostra civile protesta addirittura un’espressione di razzismo…in una scuola che è simbolo dell’integrazione”.