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ospedaloe-ambulanza-e1438911717970La Federazione provinciale di Teramo del ricostituito Partito Comunista Italiano condivide la preoccupazione espressa dalle segreterie provinciali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil sulla politica di tagli alla sanità pubblica. Un’opera vera e propria di smantellamento del sistema ospedaliero che si maschera dietro concetti politichesi e populisti che parlano di nuovo piano sanitario, accorpamenti, potenziamenti. Nei fatti assistiamo ad un ridimensionamento molto consistente della struttura sanitaria pubblica, in un contesto di già pregressa difficoltà sia in termini di organico del personale che di presidi ospedalieri. La logica che sta perseguendo la Regione Abruzzo in questo ambito è molto pericolosa, perché operando tagli e ridimensionamenti nel settore pubblico con la giustificante del risparmio, altro non fa che permettere l’affermarsi di un sistema sanitario baronale e anticostituzionale, in cui solamente i ricchi avranno accesso alle cure nelle strutture private, come accadeva in un passato che sta tristemente tornando. Nel ricordare che la Costituzione Italiana garantisce la salute come  fondamentale  diritto  dell’individuo  e  interesse  della  collettività, la Federazione provinciale teramana del PCI conferma il suo appoggio ai sindacati invitando la Regione Abruzzo ad una seria riflessione riguardo la direzione che sta imboccando e ad una valutazione sugli effetti reali che tali decisioni produrranno. La Costituzione afferma che "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti" (art. 32). La soppressione del diritto alla salute o la sua parziale cancellazione potrebbe costituire il primo passo per la cancellazione degli altri diritti fondamentali, come il diritto al lavoro, che i Padri costituenti hanno voluto fossero inattaccabili e garantiti a tutti, senza differenze di censo, di genere o di razza.