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moscuiasChe Teatro... sul teatro. Più che una vicenda politica, di appalti e lavori, soldi pubblici e pubblici poteri, quella che investe il cineteatro Acquaviva di Mosciano sembra davvero mun'opera teatrale. Perché dell'opera teatrale ha tutti i requisiti. Una trama, un intreccio...e un colpo di scena. Con l'inevitabile gran finale. LA TRAMA Nel 2009, il terremoto che ha colpito L'Aquila ha danneggiato anche, in maniera più che evidente, il Cineatro Acquaviva di Mosciano, che era sede di una interessante attività culturale e che, da allora, è stato chiuso. Sulle prime, il Comune ha sperato di poter accedere ai finanziamenti del cratere sismico, ma il Governo, nella ripartizione dei fondi, ha avuto idee del tutto diverse, così il Comune si è ritrovato costretto a dover fare di tasca sua, trovando i 400 mila euro necessari alla sistemazione del teatro. Intanto, gli anni passavano e ci voleva un'idea. L'INTRECCIO A Mosciano Stazione stava nascendo un nuovo complesso edilizio (il Blue Palace), realizzato dalla Cobeco che, secondo la legge, si sarebbe dovuta far carico anche dei cosiddetti "oneri di urbanizzazione" pari a 482.967 euro. Tanti soldi. Ecco l'idea che il Comune cercava: se la Cobeco ci deve 482mila euro e i lavori al teatro costano 400 mila... facciamoli fare alla Cobeco. Semplice, no? E invece, no, sarebbe semplice se non fosse una storia italiana, perché da quel giorno sono passati quattro anni senza che nulla accadesse, fino alla scadenza ultima del termine per la consegna del progetto da parte della Cobeco, che era il 25 giugno del 2016. E qui, ovviamente, arriva il... COLPO DI SCENA Il 24 giugno del 2016, a sole 24 ore dalla scadenza, la Cobeco trasmette sì gli elaborati, ma aggiunge una piccola nota, quasi insignificante: quei 482mila euro non bastano a fare il lavoro da 400mila previsto dal Comune, perché in realtà ne servono 928.504. Et voilà, il gioco è fatto. Come dire, il Comune dovrà trovare più o meno altri 500 mila euro per finire il Teatro. IL GRAN FINALE Il Comune, che avrebbe avuto a questo punto la possibilità di rivedere l'accordo e pretendere i 482mila euro coi quali, magari bandire una gara per la riapertura del Teatro, decide di accontentarsi e delibera, alla presenza di tutta la giunta, di approvare lavori parziali per la somma dji 482mila euro. Insomma, la logica è "facciamo quello che ci esce...". Sipario NOTA CRITICA Oggi pomeriggio, il "caso" del Teatro Acquaviva sarà uno dei punti caldi del Consiglio Comunale, visto che l'opposizione, e in particolare Maria Cristina Cianella di Mosciano Nostra, minaccia battaglia e preannuncia ricorsi alla magistratura. A parte la battaglia consiliare, la domanda che pretende risposta è: come può un lavoro da 400 mila euro diventare un'impresa da 928mila? Chi aveva calcolato che quei 400mila bastassero? Perché non si bandisce una gara per i lavori e, magari, la gestione? Perché ci si accontenta di un lavoro parziale? Chi e quando porterà a termine i lavori? Quando riaprirà il teatro?