BANCHE, TERRITORIO, SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE E LA DESERTIFICAZIONE DELL'ABRUZZO
Le vicende negative delle maggiori Banche abruzzesi hanno favorito la desertificazione creditizia dell’Abruzzo: perdita di posti di lavoro, di professionalità, di sostegno al sistema produttivo locale.
Viviamo in questi giorni, con apprensione la crisi della Carichieti, commissariata nel Settembre del 2014 da Banca d’Italia e posta in “Risoluzione” nel Novembre 2015. Stiamo aspettando una soluzione positiva ma di sicuro questa porterà in ogni caso alla perdita di autonomia della Banca. La vertenza della Carichieti è oggetto di tavoli di confronto nazionali tra le OO.SS e l’unità di Risoluzione: auspichiamo una soluzione trasparente per garantire la normale attività bancaria e la necessaria serenità delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.
E’ evidente che tutto questo deriva da una cattiva gestione delle Banche che in passato, erano il punto di riferimento dell’economia locale, come le ex Casse di Risparmio e qualche BCC. Il sistema di vigilanza non ha saputo svolgere il proprio ruolo di controllo dell’attività bancaria e dell’operato di una Governace e di un Managment, spesso, non all’altezza dei propri compiti, o molto peggio, molto sensibili alle esigenze economiche degli amici e della politica.
In Abruzzo la classe politica non si interroga se l’economia abbia bisogno o meno del sostegno di banche virtuose e sensibili alle esigenze del tessuto economico e sociale del territorio, ma chiede che il sistema banche conceda credito ma senza adottare politiche a favore del sistema creditizio.
Non siamo nostalgici, non guardiamo indietro, siamo però convinti che alcune caratteristiche le banche che operano sul nostro territorio dovrebbero averle: essere una banca di relazione, che significa privilegiare rapporti di lunga durata e conoscenza della clientela, essere una banca legata al proprio territorio di riferimento e condividerne le esigenze e le sorti, consapevoli che lo sviluppo della banca è strettamente legato allo sviluppo economico del territorio.
“Che fine ha fatto la costituzione dell’Osservatorio sul sistema creditizio Abruzzese?”
La First e la Cisl, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ha chiesto da anni la sua istituzione promessa dalla Regione: auspichiamo dopo la pausa estiva di essere convocati per la realizzazione dell’Osservatorio e dare risposte concrete al mondo delle banche, ai cittadini e alle imprese abruzzesi .
Nel frattempo a l’Aquila la BPER, attuale proprietaria della ex Cassa di Risparmio, ha deciso di chiudere l’Ufficio Ricostruzione, inserito nel polo BPERSERVICE, spostando così le lavorazioni a Modena e togliendo di fatto alla città ed al territorio di riferimento un importante strumento a supporto della ricostruzione. La ricerca spasmodica di riduzione dei costi ricade inevitabilmente sul personale, trascurando le esigenze del territorio. Ma nell’era digitale c’è ancora bisogno di spostare il personale presso la Capogruppo, oppure si possono dislocare le lavorazioni nei vari territori, senza creare disagi e penalizzazioni economiche ai lavoratori? Ci auguriamo che l’Azienda ripensi sulle proprie decisioni di chiusura dell’Ufficio Ricostruzione e sulle promesse fatte, perché viene messa in discussione la credibilità dell’Azienda nei confronti delle lavoratrici, dei lavoratori e di tutto il territorio.
Sono oltre dieci anni che il sindacato si confronta con le banche, le quali chiedono costantemente l’abbassamento del costo del lavoro, perché il sistema è in crisi. Solo i lavoratori hanno fatto la loro parte, a differenza del Managment: compensi lievitati e faraoniche liquidazioni a prescindere dall’andamento dell’Azienda. Il sistema è ancora in difficoltà e il problema non è tanto il costo del lavoro, ma le sofferenze, (oltre il 70% dei crediti inesigibili si riferiscono ad importi elevati che rientrano nei poteri deliberanti dell’amministratore delegato o del consiglio di amministrazione), l’apertura indiscriminata degli sportelli ed una cattiva gestione.
La First Cisl ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per l’abbassamento dei compensi al managment di tutte le società quotate in borsa, con un rapporto di 1 a 20 tra lo stipendio più basso e quello più alto, inoltre ha chiesto che le liquidazioni ed i premi devono tenere conto dell’andamento dell’Azienda e spalmati su diversi anni. Infine, ha proposto la separazione tra Banca Commerciale e Banca d’Affari, individuando le attività a loro connesse, l’abolizione dei paradisi fiscali, l’abolizione delle vendite allo scoperto, senza, cioè, il possesso del sottostante, l’istituzione di una unità sovrannazionale di controllo sull’attività bancaria.