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timoteoI principali indicatori economici della provincia di Teramo, purtroppo, ci descrivono un territorio che sul piano industriale, occupazionale, reddituale e sociale continua ad essere in crescenti difficoltà. Una Provincia che dopo essere stata per molti anni l’avanguardia manifatturiera ed industriale dell’Abruzzo e del mezzogiorno rischia sempre di più di scivolare verso a retroguardia economica e sociale. Lo ha detto oggi, durante una conferenza stampa il segretario provinciale della Cgil: Giovanni Timoteo. La CGIL ha denunciato costantemente questo rischio con dati ed iniziative a partire dai primi anni 2000. Purtroppo è mancato un progetto, una programmazione alternativa e/o sostitutiva di un assetto produttivo che non riusciva a reggere la nuova e diversa competitività scaturita dalla globalizzazione dei mercati prima e dalla crisi finanziaria dopo. Fragilità dovute, principalmente: ad un tessuto imprenditoriale fatto di piccole e medie imprese in assenza di una cultura di aggregazione e cooperazione; ad una modesta propensione alla ricerca e l’innovazione di processo e prodotto; ad una sottocapitalizzazione diffusa con difficoltà di accesso al credito; ad un sistema formativo insufficiente. Oggi indicatori di diversi istituti di ricerca forniscono e raccontano un territorio ed una società provinciale che conosce un arretramento superiore non solo nei dati medi della crisi italiana, ma anche a quella delle altre province abruzzesi. Infatti, una lettura dei dati 2009/2015 evidenzia che il valore aggiunto ai premi base è passato da € 20.550,07 (2009) a € 19.994,19 2015) risultando con l’82,9% il più basso d’Abruzzo (87,3% medio). Il numero delle imprese si è ridotto di oltre 1.000unità e tra quelle attive, quelle teramane esprimono una ridotta adesione alle reti d’impresa e alle startap innovative. Purtroppo è anche della Provincia di Teramo il triste primato delle procedure concorsuali : 250 nel solo 2015 (il 53,6% dell’intero dato regionale). In questo quadro il tasso di disoccupazione dal 5,5% (2007) è passato all’11,5% (2015) mentre, nello stesso periodo, le persone in cerca di lavoro sono passate dal 7% al 15,1%. Un dato che si spiega anche con la riduzione del reddito subita anche da chi il lavoro lo ha conservato. La CIG utilizzata in modo massiccio in questi anni, se ha in molti casi conservato i posti di lavoro, ha sottoposto i lavoratori e famiglie ad enormi sacrifici in termini economici obbligando le persone alla ricerca di nuovi lavori anche se spesso precari e senza diritti. Emblematico in questo caso l’utilizzo dei voucher che, dopo l’esplosione del 2015, nei primi 5 mesi del 2016, ha avuto un ulteriore crescita del 53% !!!. E, con questo tipo di “innovazione contrattuale”, il reddito dei cittadini teramani difficilmente conoscerà una ripresa. Lo stesso, nel 2014 ( ultimi dati disponibili) era, con euro 15.364,59, non solo il più basso d’Abruzzo (euro 16.284,74 medie) ma anche della media del sud del paese (euro 15.364,18). Un dato, quello del reddito, che riesce anche a peggiorare i propri effetti se lo compariamo con la pressione tributaria dei comuni nel 2015. Qui, i cittadini della provincia di Teramo, con euro 596,81, sono i primi contribuenti in Abruzzo (euro 570,81) anche oltre la media nazionale (euro 582,54). Peraltro, anche i bilanci dei comuni teramani sono fatti per il 76,7% di entrate tributarie rispetto al 66,3% dell’Abruzzo e al 65 del dato nazionale….. Numeri e dati che ci forniscono il quadro di una provincia che continua ad essere in grande difficoltà e che necessita di interventi di riequilibrio sul piano regionale e di rilancio sul terreno industriale ed economico. La CGIL ritiene che per contrastare gli effetti della crisi bisogna lavorare per prima su due obiettivi:  consolidare il patrimonio industriale, produttivo e dei servizi che in gran parte restano ancora punti di forza dell’economia provinciale;  rilanciare il ruolo e l’immagine del territorio per attrarre nuovi investimenti. Per il primo obiettivo, a nostro avviso, le principali azioni da mettere in campo sono: - completamento delle procedure per rendere fruibili rapidamente le risorse dell’area complessa con l’integrazione prevista a carico della Regione Abruzzo. - l’individuazione dell’area di crisi semplice ; - Attivazione immediata dei progetti previsti nel Masterplan calendarizzando gli eventuali necessari approfondimenti su qualche opera. - Sviluppare specifiche iniziative per sollecitare le imprese a propri investimenti e progetti partendo dagli accordi regionali recenti come la “Carta di Pescara”. Per raggiungere il secondo obiettivo vanno evidenziate, sostenute e valorizzate le potenzialità e le qualità presenti nel territorio realmente in grado di fornire una migliore spinta per il suo rilancio. In tal senso vanno sviluppate specifiche iniziative in due comparti, in particolare: - il settore Agro – Alimentare dove la presenza di grandi industrie di trasformazione , dello Zooprofilattico, delle facoltà universitarie riferite al comparto, possono realizzare un sistema sinergico possono rappresentare nella ricerca e nell’innovazione un’avanguardia del settore e per questo rappresentare una forza attrattiva di nuovi investimenti; - Il settore del carbonio che per sfortunate vicende societarie ha visto ridotto la propria potenzialità ha comunque conservato competenze, capacità d’innovazione e professionalità che, adeguatamente sostenute, possono rappresentare un alto valore industriale di questa provincia. Certo, siamo consapevoli che la strumentazione disponibile anche per la scarsità di risorse finanziarie (solo risorse comunitarie e quasi nulla da governo e regione) non sono assolutamete sufficienti per il rilancio dell‘ economia Teramana troppo penalizzata dalla crisi di questi anni. Per questo, la CGIL di Teramo continuerà ad impegnarsi e sviluppare proprie iniziative non solo per analizzare le diverse espressioni della crisi ma anche per sollecitare imprese, istituzioni a una necessaria e rinnovata progettualità.