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riaperto corsoAd oggi martedì 30 agosto 2016, non solo non è iniziata la posa in opera della pavimentazione per i lotti del corso in cui è stato realizzato il massetto, ma a quanto pare, causa ritrovamento basamenti cittadella degli Acquaviva nel lotto antistante il palazzo del Teatro Comunale, sono stati bloccati tutti i lavori. A detta dell’impresa i materiali della pavimentazione sono tutti arrivati e attualmente in deposito presso dei magazzini a Villa Vomano. Checché ne dicano il sindaco Brucchi e l’assessore Fracassa, di fatto i lavori non vanno avanti e con ritardi di mesi sul cronoprogramma e non di 15 giorni come da loro dichiarazioni. La cosa è sotto gli occhi di tutti. Il fatto che tutto Corso S. Giorgio è diventato un cantiere unico, con centinaia di metri di barricate, ha sostanzialmente azzerato il passaggio e il passeggio quotidiano degli avventori e potenziali consumatori, dando il colpo di grazia a tutte le attività dell’area già con seri problemi ancor prima dell’inizio dei lavori, causa il persistere della crisi economica e finanziaria. La città di Teramo non può essere ostaggio della Soprintendenza regionale, che con scelte e decisioni contraddittorie condiziona negativamente la crescita e lo sviluppo della città. Infatti con i tempi lunghi per decidere e valutare la dubbia valenza storica e culturale dei reperti venuti alla luce in Corso San Giorgio, è in netta contraddizione con le scelte fatte nell’autorizzare l’eliminazione dei marciapiedi di Corso De Michetti. Da un lato si perdono mesi di tempo nello studiare pietre di fiume e qualche manufatto romano, dall’altra si autorizza la rimozione degli storici sanpietrini in porfido sostituendoli con una pavimentazione di materiale cinese (sintetico?) che nulla ha a che vedere con la cultura, la storia e la tradizione urbanistica della città di Teramo. A questo aggiungiamo i contrafforti in cemento armato realizzati dalla Soprintendenza sul Teatro Romano, spendendo ingenti risorse pubbliche ed eludendo l’abbattimento degli edifici sovrastanti (vedasi Palazzo Adamoli) . Le ingerenze e i condizionamenti della Soprintendenza, oltre a creare danno a tutta la città di Teramo, sta creando seri problemi anche all’impresa che sta realizzando l’opera. Infatti con i continui blocchi sta mettendo a dura prova una solidità economica e finanziaria acquisita in anni di attività. Al Sindaco di Teramo e all’assessore Fracassa si chiede: fino a quando perdurerà questa situazione di blocco e di incertezze? Possibile che gli amministratori non si rendano conto dell’enorme difficoltà a cui debbono far fronte tutte le attività dell’area, più volte evidenziate in passato? Antonio Topitti Commerciante libraio cittadino