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imageCon la sua specializzazione nelle patologie cardiache e nell'aorta toracica dell'adulto e nella veste di nuovo direttore della Struttura organizzativa dipartimentale Cardiochirurgia del presidio Cardiologico Lancisi avrà il compito di contribuire a ridurre il saldo negativo fra mobilità attiva e passiva della struttura dell'Azienda ospedaliera di Ancona. Marco Di Eusanio, 43 anni, originario di Ancona ma con esperienza formativa e professionale in Olanda e in Cina, con incarichi a Bologna, Bari, Teramo, da dove proviene, si è insediato a Torrette il 1 settembre. "Offrire una cardiochirurgia moderna e innovativa - ha spiegato alla stampa Di Eusanio il programma di potenziamento della chirurgia dell'Azienda - con tecniche giovani che puntino soprattutto ad una chirurgia mini invasiva, con accessi di 4-5 centimetri rispetto alla chirurgia tradizionale, che riducano lo stress e permettano un recupero veloce del paziente, con interventi che possano essere estesi anche a pazienti ad alto rischio". Fra gli obiettivi di Di Eusanio, quello di applicare "la chirurgia dello scompenso cardiaco, causa di crescente mortalità nei Paesi occidentali, con l'installazione di device di supporto circolatorio, con un'operatività che non interessi solo il Lancisi ma che, come hub al centro della regione, coinvolga tutta la rete delle cardiologie delle Marche, sviluppando i canali di comunicazione con i medici e i cittadini". Altro tema che Di Eusanio intende portare avanti è "quello della ricerca in cui si possono ottenere ottimi livelli culturali visto anche la grande casistica presente in un unico centro di riferimento regionale". La nomina di Di Eusanio è per il direttore dell'Azienda ospedali riuniti, Michele Caporossi, "una tappa importante del nostro lavoro, per procedere nel cammino dell'alta specializzazione iniziato con l'osmosi, nel 2004, fra Umberto I, Lancisi, Salesi". Un cammino che, come proiezione 2016, registra 1.148 interventi, con due indicatori positivi, la mortalità a 30 giorni del by-pass aortocoronarico e della valvuloplastica con un dato inferiore al nazionale e a quello delle altre aziende ospedaliero-universitarie, ma con un saldo negativo (-268) fra la mobilità passiva, 449 interventi fatti da pazienti marchigiani fuori regione, e quella attiva, 181 interventi. "L'obiettivo è, salvo il diritto costituzionale alla libera scelta del paziente di dove volersi curare, avvicinarsi il più possibile alla copertura del fabbisogno regionale - ha aggiunto Caporossi - aumentando, dal 1 ottobre, il numero delle sedute settimanali di chirurgia maggiore e minore, per recuperare la mobilità passiva, e, per il 2017, portare a 1.300 gli interventi di cardiochirurgia, aumentare di mille quelli di altra specialità, per arrivare ad un numero complessivo di 23.700 interventi".