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dscn0503Ancona. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, in collaborazione con i colleghi del Comandi provinciali di Pesaro e Teramo,  recuperano tre antichi dipinti e una campana rubati  nell’Emilia Romagna in Puglia e in Friuli . SAN GIUSEPPE COL BAMBINO I Carabinieri del Nucleo  Tutela Patrimonio Culturale di Ancona nel corso di specifici servizi di controllo di restauratori di opere d’arte, hanno effettuato una ispezione in una bottega di restauro di Pesaro. Nel corso del controllo tra le varie opere detenute per il restauro l’attenzione dei militari si focalizza su una tela  databile tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700,  realizzata ad olio delle dimensioni di Cm 63X50, raffigurante “San Giuseppe col Bambino”.  Dopo aver fotografato l’opera i Carabinieri  tramite la Banca Dati del Comando Tutela Patrimonio Culturale di  Roma effettuano le ricerche del caso scoprendo  che il quadro in questione era  stato asportato dal Duomo di Cerignola (FG) nella notte tra il 13 e il 14 dicembre 1980. Pertanto viene interessata la Procura della Repubblica Presso il Tribunale di Pesaro  che dispone il sequestro del dipinto.  Successivi accertamenti hanno permesso di appurare che il quadro era di proprietà di un pesarese che lo aveva affidato al restauratore controllato dai Carabinieri che è risultato estraneo alla vicenda.  Circa il proprietario della tela è emerso che questi aveva comprato l’opera da un antiquario sempre di Pesaro almeno da 30 anni. Gli  ulteriori accertamenti non sono ulteriormente proseguiti in quanto  l’antiquario è morto alla fine degli anni ottanta. La magistratura pesarese ha disposto la restituzione del quadro alla diocesi di Cerignola (FG). MADONNA DEL ROSARIO-SAN VINCENZO FERIRE Sempre nel corso di servizi di controllo di esercizi antiquariali nella città di Pesaro i Carabinieri del Nucleo di  Ancona, fotografano alcuni dipinti detenuti da due diversi antiquari.  Tra questi  un olio su tela delle dimensioni di cm 100X75 raffigurante “Madonna del Rosario con Santi” , e un altro olio su tela delle dimensioni  di cm 68X60 raffigurante “San Vincenzo Ferreri”, ambedue risalenti al 1800. Effettuando il controllo dei quadri tramite la Banca dati dei beni illecitamente sottratti è emerso che gli stessi erano  stati trafugati da una abitazione della provincia di Ravenna nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 2014.  Pertanto veniva interessata la magistratura Pesarese  che emetteva un decreto di sequestro dei due dipinti. Le successivi indagini permettevano di appurare che l’antiquario che deteneva il primo dipinto  era lo stesso che aveva venduto al secondo l’altro dipinto . Lo stesso  forniva indicazioni circa l’acquisto dei due quadri effettuati nel mercatino dell’antiquariato di  Pesaro. Per tali attività ci sono accertamenti in corso. La magistratura ha disposto la restituzione dei quadri all’avente diritto. CAMPANA IN BRONZO A seguito del monitoraggio dei siti internet che pongono i vendita beni culturali i Carabinieri  rilevavano che era offerta  in vendita una campana in bronzo che riportava delle diciture riconducibili al 114° Reggimento Fanteria “Mantova”.  Il venditore veniva identificato in una persona residente nel teramano. Quindi veniva lo stesso interpellato circa la proprietà del cimelio , questi  riferiva di averla avuta in regalo una diecina di anni prima da un soggetto del quale non è stato in grado di indicare le generalità, tuttavia si diceva disposto a restituire il bene qualora fosse emerso che era di proprietà di un ente militare. A seguito di ciò  sono stati sviluppati  ulteriori accertamenti per addivenire all’originaria collocazione del bene. Le ricerche sono state assai difficili perché il Reggimento Mantova è stato sciolto nel 1995 ,  e quando era in attività occupava varie caserme poste nel Nord Est d’Italia e pertanto difficile capire da dove provenisse la campanella.  Tuttavia con l’aiuto del Museo della Fanteria di Roma e dell’Associazione Nazionale di Fanteria sono stati raccolti ulteriori e importanti elementi ma la svolta definitiva  per appurare il luogo di provenienza della campana è stata data dal Generale di Fanteria  in congedo  SALVATO Gennaro,   ottantenne , attualmente residente a Savona, con la memoria di ferro a cui i Carabinieri sono giunti tramite i social.  Infatti il Generale SALVATO una volta vista la campana ha inequivocabilmente raccontato la storia della stessa. Infatti lui da giovane capitano  comandava una compagnia di stanza nella caserma Chiaradia di Artegna (UD) e in questa caserma c’era una piccola cappella dedicata alla Madonna con un campanile dove era allocata la campana. La caserma fu distrutta a seguito del terremoto che colpì il Friuli nel 1976 e con questa anche la cappellina ridotta a un cumulo di macerie  ma evidentemente la campana si salvò e da qui  probabilmente arrivò in Abruzzo. Il Generale oltre ad offrire i sui ricordi  ha fornito delle vecchie foto  in particolare  in una è schierata la sua compagnia  davanti alla cappellina;  e un’altra  della cappella  stessa. A seguito di tale risultanze la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo ha emesso un decreto di sequestro per la campanella , eseguito dai militari del Nucleo di Ancona in collaborazione con i colleghi del Comando Provinciale di Teramo. Adesso  la Magistratura ha disposto la restituzione della campanella al Comune di Artegna (UD) che la custodirà nel proprio museo civico. La stessa è l’unica testimonianza della caserma andata completamente distrutta a causa del terremoto del 1976 , caserma da cui sono passati migliaia di giovani che facevano il servizio di leva  nel 114° Fanteria e proprio alcuni di questi in particolare quelli nati nel 1943/1944  la fecero realizzare in una fonderia di Udine  donandola alla caserma per essere collocata  nella cappella della caserma Chiaradia,   in sostituzione di quella già presente  e che gli alpini una volta lasciata la struttura , nei primi  degli anni 60 del secolo scorso,  si portarono via.