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casello-autostradaL'interrogazione a Delrio sul progetto del gruppo Toto di modifica del tracciato autostradale della A24 e della A25, presentata ieri dall’onorevole Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, e da noi sollecita, non solo ci aiuta a portare la discussione sul tavolo del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ma rimarca la reale minaccia di questo progetto per l'Abruzzo, ritenendolo inutile, costoso e dannoso. Un disegno che rischia di compromettere pesantemente il futuro e la vocazione di queste aree legata anche a produzioni agroalimentari di qualità e ad un turismo attento ai valori paesaggistici, ambientali e culturali. E come se non bastasse i dati confermano che l’incremento del traffico non giustifica il progetto targato Toto, che sarà sostanzialmente a carico dello Stato e dei cittadini. Questo intervento rafforza quanto da noi già denunciato tempo addietro, ossia che il progetto rappresenta una seria minaccia per l'Abruzzo e uno schiaffo per i suoi abitanti. E dimostra che non è l'assillo delle associazioni ambientaliste ma l'attenzione di un intero movimento d'opinione che si è creato e che vede uniti cittadini, associazioni, amministrazioni e politici. Giustamente come sottolinea Realacci, la Lombardia dovrebbe insegnarci qualcosa, visto che delle sue tre nuove autostrade (Brebemi, Pedemontana e Teem-tangenziale est esterna Milano), neanche tremila veicoli percorrono in un’ora i loro 182 km. Un volume di traffico molto inferiore alle previsioni di progetto. Eppure per realizzarle sono stati consumati 1.600 ettari di suolo e spesi 5,2 miliardi di euro. Un flop che però non mette in guardia dall’aprire nuovi cantieri. Ormai è routine quando si progettano nuove autostrade sovrastimare la domanda, sottostimare i costi e ventilare un impatto al ribasso sulle tariffe in modo che ci sia il beneplacito di tutti, ma alla fine, come è dato constatare, il risultato è sempre diverso. In particolare, la Brebemi corre parallela alla vecchia A4 e una volta realizzata la bretella è proprio quest’ultima che ha incrementato i flussi. Ecco perché sarebbe meglio prima sistemare l’intera rete stradale esistente, migliorare il servizio merci e passeggeri sulle ferrovie, rendere efficiente il trasporto esistente e poi chiedersi cosa manca e realizzare nuove opere. Così farebbero le regioni serie che ambiscono ad essere a livello europeo. Non regge neanche far leva sull'attribuzione di un valore strategico ai fini della protezione civile alle autostrade A24 e A25, specie quando è lo stesso Ministero a ribadire la totale mancanza di qualsiasi presupposto normativo e amministrativo al progetto di modifica del tracciato e che gli unici lavori possibili sono quelli di manutenzione e messa in sicurezza dell'attuale percorso. Se davvero si vuole ascoltare ed andare incontro a quella che è la domanda che arriva dai territori, allora è il momento di smetterla di inseguire il mero interesse di concessionari e costruttori e di rimettere al centro il significato vero della parola infra-struttura: bene o servizio che attribuisce la base dello sviluppo economico-sociale e che genera capitale umano, istruzione e ricerca, supporti indispensabili all'innovazione. Non a caso l'insieme delle infrastrutture di un paese ne costituisco il “capitale fisso sociale”: E' la ricchezza di tutti! “Dobbiamo anche chiederci: Qual è l'idea di sviluppo da applicare? - dichiara Giuseppe di Marco, presidente Legambiente Abruzzo - Per decidere quali infrastrutture servano, occorre decidere verso quale società tendiamo, quali saranno i bisogni cui far fronte. Serviranno infrastrutture e servizi per le nuove forme di mobilità ed una nuova pianificazione dei trasporti. Come gestire in modo intelligente il traffico, favorire i mezzi pubblici, progettare e configurare diversamente la viabilità stradale, favorire l'elettrico, ridurre l'impatto ambientale e creare nuove economie di mercato legate alla green economy. Occorre alzare lo sguardo e decidere. Non decidere e continuare inerzialmente dentro un modello di business collaudato ma superato, significa farsi scippare il futuro. Non possiamo permetterlo!”