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beccaccia cacciaAll'inizio abbiamo pensato a un eccesso di zelo da parte del Commissario prefettizio di Tortoreto Francesco Tarricone. Poi, leggendo bene le carte, ovvero l'ordinanza comunale con cui dispone e ripropone una vecchia ordinanza dell'allora sindaco del comune rivierasco, siamo rimasti attoniti. Non ci aspettavamo che un rappresentante del Governo voluto dal Ministero dell'Interno per “traghettare” il Comune verso nuove elezioni cadesse nell'errore di normare quanto non è di sua competenza. Invece è accaduto veramente. Così il commissario ha reiterato l'ordinanza, da noi già posta sotto osservazione agli organi competenti, che vieta l'esercizio dell'attività venatoria 2nell'area individuata come zona di rispetto venatorio “Fonti del Vascello”. Da qui la decisione dell'Ambito territoriale di caccia del Salinello a presentare un ricorso a Sua Eccellenza il Prefetto di Teramo. Dispiace dover contraddire l'operato del Commissario sulla base di quanto riportato dal Pian faunistico-venatorio approvato dall'amministrazione provinciale che ha di fatto disposto la riapertura della Zona di rispetto venatorio. I motivi di pubblica incolumità che erano sati sollevati dall'allora sindaco e ripresi pedissequamente dal Commissario sono a nostro avviso viziati – così come sottolineato dall'avvocato Matteo Flamminj nel ricorso. Le prescrizioni necessarie sono già state evidenziate dalla Legge 157/92. Nel ricorso è stato inoltre documentato come l'impianto sportivo e il percorso ecologico collocati in prossimità dell'area giacciono in stato di completo abbandono, così come documentato anche fotograficamente, a dispetto di quello che si vorrebbe far credere nell'ordinanza. L'ordinanza inoltre è viziata e illegittima sotto il triplice profilo della incompetenza e usurpazione di potere, della violazione e falsa applicazione di legge e dell'eccesso di potere. Da qui la richiesta al Prefetto di annullamento. Le competenze in materia di caccia spettano, nello specifico, alla Regione Abruzzo, alla Provincia di Teramo e all'Ambito territoriale di caccia. Nel ricorso si evidenziano anche altre grosse incongruenze che lasciano perplessi sul come e sul perché sia stato deciso dal Commissario, che
dovrebbe avere, a nostro avviso, una conoscenza giuridica più approfondita rispetto al sindaco. Basti pensare a siti archeologici a confronto: divieto alle “Fonti del Vascello”, permesso alla “Domus delle Muracche”, più frequentato da turisti. Anche il “disturbo” recato a una struttura ricettiva nelle vicinanze è tutta da analizzare visto che la caccia è permessa in prossimità di tante altre strutture alberghiere del territorio. Oltretutto proprio questa struttura propone ai suoi ospiti “escursioni” per ammirare bellezze nelle vicinanze. E propone il sito archeologico delle Muracche (dove la caccia non è vietata) ma non quella della ex Zrv. Una situazione che ha causato nocumento ai cacciatori e che lascia dubbi sulle volontà più o meno politiche di aver intrapreso tutele particolari, tanto che l'avvocato Flamminj ha chiesto anche di venire a conoscenza del funzionario responsabile del procedimento. .