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MARIO FERZETTIGli “Stati Generali della Cultura” una kermesse in tema dell'assessore al ramo Marco Chiarini da poco in delega, sono terminati. Sono andati bene? … male? … Fatto comunque eclatante resta che l'assessore si è dimesso. Lo stesso assessore ha parlato di impossibilità di potersi occupare di cultura dall'interno dell'Amministrazione, appunto “per un clima e di un sistema di abitudini consolidate che lo avrebbero prosciugato di tutte le sue energie …”. Parole molto pesanti e che andrebbero meglio specificate con nomi fatti ed esempi … anche se il dott. Chiarini dovrebbe ben sapere che in politica nulla è dovuto o calato dall'alto, bensì conquistato per solidi convinzioni che poi devono concretizzarsi in scelte da realizzarsi sul territorio … altrimenti di che cosa parliamo? Che il Comune navighi a vista ormai è sotto gli occhi di tutti: una amministrazione nata e creatasi male, divisa dagli appetiti poltronistici delle due famiglie teramane che hanno tenuto fuori altri interessi famelici di poltrone e che non hanno mai perdonato al flebile Brucchi, la vecchia giunta a nove, condannandolo ad essere ostaggio di questa mala realtà politica cittadina. Infatti sarebbe bastato soltanto una poltrona in meno ciascuno in giunta ed oggi tutto si trascinerebbe normale in città, nonostante i dissesti sociali ed economici ormai che rendono Teramo moribonda. Certo la colpa è di tizio, di caio o sempronio … ma la verità è che non ci si è seduti neanche su di una poltrona in Consiglio Amministrativo dell'Acquedotto del Ruzzo. Addirittura c'è anche chi si vanta di essersi dimesso e di aver detto in tempo che le cose non andavano, dimissioni date per consentire scosse di ripresa: azioni politiche da eroi, salvo poi uscire dal Comune per andarsi a ricollocare in Regione con ben più alti compensi, alla faccia dei teramani. C'è anche chi parla da ex assessore di dimissioni date per mancanza di programmazione e di contatto con i cittadini, dimenticando, per esempio, quel grave fatto del taglio dei pini secolari in via Francesco Crispi, davanti alla scuola Noè Lucidi, con delibera approvata di notte in quel 11 agosto del 2015, resa esecutiva la mattina dopo alle ore sei. E intanto (certo con qualche rotonda in più, sotto la guardia armata di San Michele Arcangelo) continuano a restare tutti lì: crisi occupazionale e distruzione di tutta la filiera artigianale, mancanza ancora di una politica ambientale con una giusta gestione e smaltimento dei rifiuti provinciale, la stessa situazione debitoria della Teramo Ambiente,  mancanza di una efficace politica urbanistica e quindi di salvaguardia del nostro patrimonio storico-architettonico (teatro romano, chiesa di San Giuseppe in primis, tutti gli ex contenitori ospedalieri teramani ormai fatiscenti e cadenti, ex psichiatrico di  Circonvallazione Ragusa, malgrado il tanto reclamato progetto “masterplan” che sinora è rimasto soltanto sterile annuncio alla D'Alfonso, e del partito democratico). Credo certamente che ormai la misura sia colma: qualcuno dovrà staccare la spina al comune di Teramo anche se io credo che la cosa sarà difficile e nessuno lo farà in quanto al “vecchio modello Teramo”, di chiodiana memoria, conviene trascinarsi così, non rischiare le elezioni anticipate, qualcuno di loro potrebbe restarsene a casa, e sarebbe cosa grave …  come lo stesso in Regione sempre gli stessi amministratori tra tecnici nominati al ramo, segretari di fiducia mai eletti né incaricati da nessuno,  gente insomma che in circa venti anni e più di “cosa pubblica” tra Comuni, Province e Regioni, sino ad oggi non ha mai risolto un problema di fondo o strutturale e che continuano a restare lì, facendo cosa? Amministratori ed oppositori che si bacchettano a vicenda, ma in sostanza tutto resta immobile o peggiora: il problema della discarica di C.da la Torre, i tagli alla sanità, dei punti nascita, pronto soccorso, al personale medico e paramedico, alle macchine sanitarie, le lungaggini delle liste d'attesa mai accorciate, i medesimi tagli delle sovvenzioni per le persone meno abbienti o portatori di imperfezioni fisiche, dimostrano ciò che affermo. E intanto il teatrino della politica va avanti: sei stato tu, è colpa tua, se vengo io faccio meglio, ecc. … ecc. …, ma la realtà è ben altra: ossia oggi fare politica non è più quello di calarsi fra la gente e risolvere i loro problemi, bensì criticarsi demagogicamente a vicenda, ponendo simili soluzioni che in definitiva vanno a risolvere i vari conflitti d'interesse esistenti …  ma è pur giusto così, il capitalismo è curare i propri interessi e così come diretta conseguenza deve per forza di cose essere la sua politica di riferimento. Mario Ferzetti