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MARIO FERZETTIPare che in città da parte di una certa stampa si torna a parlare gratuitamente di abbattimenti:  ora sembra avere l'attenzione lo storico edificio, ex ospedale civile di viale Crucioli, oggi occupato dall'Università di Teramo. Uno stabile di indubbio valore artistico che testimonia un'architettura di un certo periodo storico italiano e che insieme al complesso della vecchia “Gioventù Italiana Littorio” (G.I.L.) di via Taraschi, con l'annesso Comunale di calcio, il palazzo dell'I.N.C.I.S. di viale Mazzini, rappresentano pur sempre uno stile architettonico. Certo il terremoto ha fatto danni, dicono gli esperti, quasi irreversibili alla stessa struttura, ma che la tecnica e l'ingegneria anti-sismica  hanno il dovere di riparare, non di abbattere. Anche perché a Teramo di storico, che appunto testimonia la nostra memoria, si è di già distrutto e cancellato quasi tutto, troppo: compiendo danni irreparabili a quell'immenso  patrimonio storico-artistico che appunto era in possesso della nostra piccola ma pur importante classica cittadina. L'elenco dei contenitori doverosamente da salvare che ci impegnano nel farlo a livello culturale “in primis” è notevole: dai vecchi complessi ospedalieri dismessi ed in ruina da vari decenni come quello di Circonvallazione Ragusa, di via Taraschi, di Corso Porta Romana, il vecchio sanatorio e la sua intera pineta, l'intero complesso del vecchio Comunale, quello dei magazzini in zona Orto Agrario, la caserma Costantini, tutto il complesso del Regina Margherita, la stessa caserma Rossi, la stazione ferroviaria, il ponte San Ferdinando, tutto il patrimonio scolastico di più nuova costruzione e di antica esistenza (liceo Melchiorre Delfico, asilo Diaz, di via Tevere, ecc. … ecc. …). Da questa lista certo non si può certo escludere la salvaguardia e la messa in sicurezza di tutto il patrimonio ecclesiastico della intera città e non solo, ad inizirae dalla chiesa extramedia di San Giuseppe, in Cinconvallazione Spalato. In definitiva, certo, contro le forze della natura che abbattono non si può nulla, ma dove essa va a provocare danni, di qualsiasi gravità, l'uomo ha il diritto ed il dovere di difendere la sua storia, con ogni mezzo, non di affondare il bisturi o il coltello nella piaga e quindi cancellare, abbattere, per poi ricostruire … cosa? La nostra città in proposito è piena di rimpianti: dall'abbattimento del teatro nel 1959 per costruirci i magazzini dell'ex Standa, e l'insignificante stabile del cine-teatro Comunale, alla distruzione del famoso due di coppe posto all'imbocco di Corso San Giorgio, dalla parte di Piazza Garibaldi, della “fontana delle piccine” in via Caducci, a quella della storica caserma Mezzacapo, con l'edificazione dei palazzi finanziari del 1974, di già tutti inchiavati e parecchie volte danneggiati dagli eventi sismici che tristemente hanno interessato il nostro capoluogo, ecc. … ecc. … ecc. … . Pertanto dopo queste dovute considerazioni il Partito Comunista di Teramo sarà vigile e mobilitato affinché vengano evitati ancora scempi ed interessi speculativi privatistici sul patrimonio storico-artistico, schierandosi a difesa di quella stessa cultura che deve restare proprietà di tutti i teramani. Mario Ferzetti (Partito Comunista - Teramo)