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10568838_10203149442270486_2678057139242342463_nÈ di oggi la notizia della presentazione di due offerte per la gestione del Cineteatro Comunale di Teramo che, lo sapevamo, dopo il pasticciaccio di alcuni mesi fa che portò alla querelle tra gli assessori Di Stefano e Lucantoni su chi dovesse procedere alla emanazione del bando di gara (gara peraltro fatta male come aveva denunciato in consiglio comunale il capogruppo PD Gianguido D’Alberto, tanto da essere stata poi annullata dal Tar), sta per essere riaffidato in gestione ai privati. Si parla tanto di fare cultura a Teramo e abbiamo anche assistito, non molto tempo fa, alla convocazione degli Stati generali della Cultura, proclamati dall'assessore "tecnico" Chiarini e seguiti dalle sue subitanee dimissioni, non senza che fossero stati prima dirottati i 23.000,00 euro destinati ad una mostra già fissata….. per tenere gli Stati generali. Eppure in questa città sembra che nessuno capisca l'importanza di una struttura pubblica, gestita dal pubblico e a disposizione della cittadinanza, dove potere fare programmazione e da mettere a disposizione delle realtà culturali locali. Certo si dirà che questo avrebbe un costo; è vero, ma l'economia insegna che per avere risultati occorre investire. Del resto è notizia fresca anche questa di oggi, che persino il Governatore della banca d’Italia “rovesciando un luogo comune spiega [in termini prettamente economici] che con la cultura si può mangiare”. E la Francia, primo Paese al mondo per presenze turistiche e turismo culturale, che da anni investe in cultura, facendo segnare un numero doppio di presenze turistiche rispetto all’Italia, che pure è considerato il primo Paese al mondo per patrimonio culturale, storico e artistico, lo dimostra. Allora viene da domandarsi: sarà mai possibile in questa città andare in teatro di domenica pomeriggio, o nei giorni festivi o prefestivi con una struttura gestita da privati, anche in considerazione dei costi da sostenere per accedervi? Riusciremo mai a vedere in teatro compagnie amatoriali e rassegne ad hoc, come avviene ad esempio in tante città d'Italia? O allestire una stagione concertistica di domenica pomeriggio, come avviene altrove? Sarà mai possibile per le varie associazioni culturali usufruire di un teatro pubblico, ma gestito da privati, con costi di accesso ovviamente maggiori rispetto ad una gestione pubblica, ed elevare così la vita culturale della nostra città? E del famoso teatro da costruire? Dell'altrettanto famoso e sbandierato progetto del Sindaco Brucchi, che in campagna elettorale e in corso di occupazione degli ex locali Standa da parte di alcune associazioni culturali cittadine proclamò in pompa magna di avere un progetto di ristrutturazione dell'intero stabile,  ristrutturazione che invece non c'è mai stata (e meno male, perché c'è bisogno di un teatro vero, nuovo e non di un vecchio cinema adibito a teatro rimediaticcio, in cui le compagnie nemmeno amano venire per via del palcoscenico inadeguato), che ne è stato? E sapete poi quanto porterà in dote alle casse comunali ogni anno l'affitto della struttura? Ben 18.000,00 euro, un vero e proprio tesoretto per le dissanguate casse comunali, non c’è che dire!      
Ma è così: Teramo è una città dove si fa poca cultura, anche per via dell'assenza di strutture idonee come il teatro o l’auditorium. È una città che dimentica tutto: dai locali che vengono autorizzati ad aprire a condizione che tengano aperti i bagni pubblici (che invece sono chiusi), ai giardinetti pubblici annessi ad una banca che dovevano rimanere aperti o, per tornare più indietro nel tempo, alla ristrutturazione del cinema Apollo, che era subordinata alla apertura della sala cinematografica, che forse non tutti sanno che c’è, anche se non è stata mai aperta.
Ma una città che dimentica è una città che muore, lentamente, giorno per giorno. ReteDem Abruzzo