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imagesSono 171 le chiese chiuse perchè gravemente danneggiate dal sisma scorso in tutta la provincia di Teramo. Il comune che ha registrato la situazione peggiore è Campli dove sono inagbili tutte le chiese. A lanciare l'allarme sul Messaggero è Davide Pagnottella: «Il patrimonio immobiliare della diocesi di Teramo-Atri ha subito danni notevoli. Numerosi e abbondanti - precisa il vicario generale don Davide - tanto che diversi sacerdoti non riescono a celebrare messa», sfrattati dalla propria sede naturale, aiutati «solo dall'estate di San Martino». Ma ora il clima è cambiato e non si sa piu' dove fare messa. Oltre al patrimonio immobiliare pregiudicato seriamente, a rischio anche quello culturale che preoccupa molto i vertici della chiesa teramana: «Abbiamo disposto una ricognizione per avere il polso della situazione il più esatto possibile». image_previewIl vicario di monsignor Seccia si dice scorato e ricolmo di scetticismo sulla ricostruzione ventura: «Stiamo ancora attendendo che si completi quella derivante dal sisma del 2009, su un'ottantina di chiese lesionate sono state riparate solo 18» e non c'è speranza che si faccia presto, che si accelerino i tempi. E quella di Sant'Agostino, col tetto imploso, sta ancora aspettando: «E pensare che c'era l'accordo per un museo diocesano. A questo punto possiamo suggerire che si pensi subito alla chiesa, mentre al resto provvediamo noi». Diversi sacerdoti nella diocesi teramana stanno andando in autonomia, forti del seguito patrimoniale dei fedeli che sono disposti a sborsare di tasca propria per riparare al più presto i danni del terremoto, tanto che alcuni nemmeno denunciano le lesioni pur di non ritrovarsi invischiati nella terribile macchina, questa sì infernale, della burocrazia statale. «Il fatto è riprende il Vicario che la chiesa in questi frangenti ha una tempistica più immediata, più rapida, mentre l'apparato statale ha i suoi tempi che tutti conosciamo». Una preghiera speciale la rivolge a don Giovanni Iobbi perché la sua chiesa, quella di don Davide, intitolata al Cuore Immacolato di Maria, non ha ricevuto lesioni proprio perché don Giovanni l'ha voluta così: allora gli piovvero tante critiche, alcune anche dure, dal momento che a quei tempi non c'era l'otto per mille che copriva le spese, i costi sostenuti erano da dividere tra i fedeli e la diocesi, però visti i risultati dico che aveva fatto bene a costruirla così sicura, nei prossimi giorni gli faremo una preghiera collettiva per chiedergli scusa». 20161115_151406Stessa sorte o quasi per i cimiteri del comune di Teramo, ne sono chiusi 12 su 15 e non c'è speranza per ora di cercare di riaprirli per renderli di nuovo accessibili all'utenza. Quello di Cartecchio è agibile solo nella parte nuova, tutto il resto è insormontabile. Tanti i genitori vecchi e giovani che piangono e che telefonano alla Teramo Ambiente per capire se e quando saranno resi di nuovi agibile le tante strutture chiuse. Ma non vi sono delucidazioni in merito: si attendono altri controlli da parte del Comune che guida tutta la sezione verifiche. 20161115_151016Da oggi, pero', sembra  una squadra sarà totalmente interessata per le verifiche nel cimitero di Cartecchio e in tutti gli altri 15 cimiteri frazionali.     GUARDA ANCHE QUESTO ARTICOLO https://certastampa.it/2016/11/15/foto-terremoto-cartecchio-in-gran-parte-inagibile-defunti-parcheggiati-altrove-il-ritorno-alla-normalita-non-sara-facile/