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ottaviano-del-turco-e1447869491156-659x297 "La montagna di prove che doveva schiacciarmi, si è dimostrata per quello che era: una montagna di fango". E' quanto ha detto l'ex governatore dell'Abruzzo Ottaviano Del Turco, commentando la sentenza della Cassazione di questa notte. "Quando sei sommerso da una montagna di fango e riesci a non soffocare è quasi impossibile che non ti rimanga addosso qualche schizzo. Già la corte di appello mi aveva assolto da tutti i reati di abuso e di falso ideologico. E da 18 delle 21 fantasiose dazioni di denaro che avrei ricevuto, e delle quali non è mai stato trovato un solo euro. Ora si dissolve anche l'associazione per delinquere. Non trovo in questa vicenda nessun altro senso, se non la evidente necessità di dare una parvenza, seppure grottesca, di giustificazione alla infamia che ha travolto una giunta regionale democraticamente eletta e con essa la vita mia e di molti di noi", conclude la dichiarazione di Del Turco. La VI sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la condanna per Del Turco, Camillo Cesarone e Lamberto Quarta in relazione all'accusa più pesante, quella di associazione per delinquere. Gli atti verranno inviati alla Corte d'appello di Perugia che dovrà rideterminare il trattamento sanzionatorio e rivedere la condanna che per Del Turco in appello era stata ridotta da nove anni e sei mesi a quattro anni e due mesi. Ma la prescrizione maturerà prima della fine del prossimo anno. Una vittoria a metà per l'ex governatore, dato che sono state confermate le condanne per gli altri capi di imputazione connessi alle presunte tangenti nella sanità abruzzese. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Pierluigi Cosenza, ex responsabile delle commissioni ispettive permanenti istituite dalla Regione, contro la prescrizione. Sono state inoltre annullate senza rinvio le condanne per Ennio Marcello Boschetti, Bernardo Mazzocca e Luigi Conga per via della prescrizione. Per gli altri capi di imputazione invece, le posizioni di Conga e Mazzocca dovranno essere rivalutate dalla Corte di Appello di Perugia per la rideteriminazione delle pene. Sono state annullate le condanne al risarcimento delle parti civili a carico di Sabatino Aracu, ed é stato rigettato il ricorso di Angelo Bucciarelli.