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La Gran Sasso Teramano da oggi è in liquidazione. Marco Bacchion non è più l’amministratore unico della società pubblica che, di proprietà quasi completamente ormai della Provincia di Teramo, ha realizzato gli impianti di risalita dei Prati di Tivo. Oggi si è svolta l’assemblea dei soci che ha deciso di mettere in liquidazione la società. E’ stato nominato liquidatore Sergio Saccomandi insieme all’avvocato Luca D’Eugenio. I due ultimi bilanci presentati da Bacchion non sono stati approvati dalla Provincia e, per bocca del presidente Renzo di Sabatino, è arrivata la conferma a quella che era l’ipotesi incoraggiata da tempo dallo stesso ente: la Gran Sasso Teramano chiude. Liquidata. La procedura è iniziata di fatto oggi. “Sono sereno e fiero del lavoro svolto insieme all’amico Fernando Marsilii alla guida della società in questi sei anni”, commenta Bacchion il cui mandato in proroga sarebbe scaduto tra quattro mesi circa. Ma la fine della Gran Sasso Teramano è arrivata in anticipo e nessuno pensava, in realtà, che avrebbe avuto destino diverso alla luce della volontà più volta non celata dello stesso presidente Di Sabatino di liquidarla ritenendo, conti alla mano, che non fosse più in grado di reggersi. “Resta l’amarezza per la divergenza di opinioni che ha caratterizzato il lavoro svolto alla guida della Gran Sasso e le considerazioni e valutazioni legittimamente espresse dai soci”, dichiara Bacchion. Il quale ricorda che la Gran Sasso ha un utile economico di circa 7 milioni di euro (non bilancio di cassa) e vanta chiaramente il patrimonio milionario della cabinovia La Madonnina su ai Prati. “E’ una società che non ha nemmeno un euro di debito…se non quelli vantati da tre soci per i canoni concessori, tra cui l’Asbuc di Pietracamela per circa 35mila euro e la stessa Provincia per circa 200mila euro all’anno”. La storia della Gran Sasso Teramano, nata per realizzare La Madonnina costata 12 milioni di euro, finisce oggi.   GUARDA L'INTERVISTA A MARCO BACCHION (CLICCA QUI) bacchion-marsilii Di seguito la nota ufficiale diffusa dalla Provincia di Teramo: Ringraziando l'amministratore unico, Marco Bacchion, per il lavoro svolto sino ad oggi Provincia e Camera di Commercio, che detengono la maggioranza delle quote, questa mattina, nel corso dell'assemblea dei soci, hanno votato lo scioglimento della società per azioni, Gran Sasso Teramano. Gli altri soci presenti - i Comuni di Pietracamela e Fano e le Amministrazioni separate -  si sono astenuti. La società per azioni è stata istituita nel 2001 su iniziativa della Provincia per realizzare e gestire la seggio-cabinovia di Prati di Tivo: un'opera da 12 milioni e 500 mila europer un impianto che, per tipologia e lunghezza (circa 1.600 metri), è uno dei più grandi d'Italia (può portare fino a 1800 persone l'ora). Della compagine societaria fanno parte la Camera di Commercio, i comuni di Pietracamela e Fano Adriano, le Università separate dei territori interessati. Una decisione, questa della messa in liquidazione, già anticipata dalla Provincia nell'assemblea del 16 maggio scorso, nel frattempo, come si legge nel verbale dell'Assemblea di oggi:  "la Camera di Commercio ha deliberato la dismissione della quota societaria; l'aggiudicatario della gara quinquennale per la gestione degli impianti, ha rinunciato all’affidamento; il secondo in graduatoria, al quale gli impianti sono stati affidati per un anno, ha già comunicato la propria difficoltà al pagamento del canone annuale (150 mila euro); le azioni volte al contenimento dei costi, già peraltro ridotti rispetto agli anni precedenti, non sono possibili e in taluni casi non hanno trovato accoglimento". "In tale situazione la messa in liquidazione improcrastinabile - spiega il presidente Renzo Di Sabatino - il nuovo testo unico sulle partecipate è piuttosto restrittiva; per mantenere in vita le società bisogna dare conto di ampie motivazioni sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria nonchè della compatibilità con i principi di efficienza, di efficacia dell’azione amministrativa.  Alla luce dei reiterati risultati negativi registrati, il principio della convenienza economica è fortemente compromesso e a nulla rileva la circostanza che dopo il completamento dell’incasso dei fondi Fas la società è priva di posizioni debitorie in quanto l'eventuale margine positivo del 2016 non deriva certo dai risultati di gestione". L'Assemblea, quindi, ha nominato due liquidatori: l'avvocato Luca Di Eugenio e il commercialista Sergio Saccomandi: a loro sarà affidata "la redazione dei bilanci societari, la valutazione di ogni utile possibile azione finalizzata alla gestione degli impianti, nonché ogni possibile strategia tesa a salvaguardare il patrimonio pubblico a sostegno della più importante stazione turistica montana della Provincia".