E' stato un primo giorno di rientro per le superiori un tantino "fiacco" quello che si è registrato in diversi istituti superiori.
All'Itt Alessandrini (le foto si riferiscono alla palestra) alcuni studenti ci scrivono e sostengono che: «Oggi siamo entrati in pochissimi, circa il 90% della scuola è andata a protestare dalla preside perché una parte di scale è stata chiusa. Ma pare che il problema "scale" si stia risolvendo. La preside ha detto sostanzialmente che ci saranno ulteriori lavori ma a noi sembra assurdo che ci facciano entrare in una scuola considerata A, con questo tipo di crepe che di certo non si risolveranno con un po' di stucco».
La dottoressa Nardini da noi contattata evidenzia che la scuola è sicura come testato dalla Protezione Civile che proprio oggi ha concluso il suo lavoro e come ribadito in un incontro che si è svolto oggi in Provincia con il Presidente Di Sabatino e al quale ha preso parte una buona parte degli studenti ma anche come detto agli studenti nel giro che è stato fatto fare nei locali della scuola. Le crepe non sono strutturali e non sono pericolose per la stabilità dell'edificio. Dunque non ci sono preoccupazioni per studenti ed insegnanti.
Al Delfico il sit-in è stato rinviato a data da destinarsi ma a quanto riferiscono dalla scuola sarebbero stati diversi gli studenti che non sono rientrati stamattina. La dirigente
Di Giampaolo pero' sostiene che erano in classe l'86% degli studenti.
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Intanto il Comitato Genitori Melchiorre Delfico è stato ricevuto oggi dal Prefetto di Teramo, Dott.ssa Graziella Palma Maria Patrizi.
Il Comitato vuole prima di tutto ringraziare il Prefetto per l’estrema disponibilità ed accoglienza. Durante l’incontro sono state concordate serie di iniziative importanti che potrebbero portare alla soluzione di problemi interni alla scuola.
Questa la lettera rivolta al Prefetto.
“Eccellenza,
come Le è noto, il nostro Comitato sta cercando, fin dal primo sisma dell’agosto 2016, di portare all’attenzione delle autorità competenti, scontrandoci con il muro di gomma concorde predisposto dalle Autorità Comunali e Provinciali, la situazione nella quale versa il Convitto Melchiorre Delfico di Teramo.
Premessa del nostro esporre è che Teramo è inserita in zona sismica di 2° categoria, la medesima de L’Aquila, e deve quindi rispondere agli stessi principi prudenziali.
Tra le scuole superiori, quella del Delfico riveste una condizione del tutto particolare:
Conosciamo l’indice di vulnerabilità comunicato in pubblica assemblea dall’Ing. Nicolino Rampa, pari allo 0,46 (quindi lontano da quello 0,65 stabilito con le norme aquilane);
Ha il terzo piano inagibile dal 2009 con una formazione di guano (che è altamente inquinante e che ha prodotto infiltrazioni a seguito dell’ultima nevicata ben visibili dall’esterno) alta almeno 20 cm (testimonianza pubblica sempre dell’Ing. Rampa);
Non ha sistemi di sicurezza nè aggiornati nè sufficienti soprattutto per quanto concerne il mancato completamento del servizio antincendio (per ammissione pubblica del consulente della sicurezza ing. De Santis) e per la carenza strutturale di vie di fuga che consentano il rapido deflusso (nell’ultima prova di evacuazione un gran numero di studenti è rimasto bloccato sull’unica scala antincendio per circa 20 minuti);
La formazione all’evacuazione sia degli studenti che del personale è estremamente precaria tanto che ne abbiamo sollecitato la DS a provvedere in merito;
L’impianto elettrico non è stato revisionato da circa 10 anni (sempre per ammissione dell’ing. De Santis);
Tutte quante queste condizioni sono state esposte nelle nostre richieste di sopralluogo indirizzate alla ASL ed ai VV.FF. in data 14 novembre 2016, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 81/08. Richieste che non hanno avuto seguito;
La scheda Aedes utilizzata per stabilire l’agibilità statica NON è utilizzabile per edifici monumentali, come affermato dal Manuale della stessa scheda (“La scheda di primo livello di rilevamento danno, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell’emergenza sismica AeDES (Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica) è finalizzata al rilevamento delle caratteristiche tipologiche, del danno e dell’agibilità degli edifici ordinari nella fase di emergenza che segue il terremoto. Gli edifici sono intesi come unità strutturali a tipologia costruttiva ordinaria (tipicamente quelle in muratura, in c.a. o acciaio intelaiato o a setti) dell’edilizia per abitazioni e/o servizi. E’ esclusa pertanto l’applicazione della scheda agli edifici a tipologia specialistica (capannoni industriali, edilizia sportiva, teatri, chiese, ecc) o monumentale.
http: // www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Manuale_AEDES.pdf”);
In ogni caso l’esito “A” attribuito al Delfico è utile a stabilire la sola agibilità statica ma non anche l’agibilità scolastica.
Per quanto concerne la soglia di resilienza della struttura, quindi, sappiamo che difficilmente potrebbe resistere ad una scossa attesa, del terremoto che è in corso, del 6 grado. Infatti la risposta che è stata diretta al Sindaco di Teramo da parte del Presidente della Commissione Grandi Rischi è stata precisa: “riapra le scuole se sono in grado di resistere ad una scossa del 6 grado”.
Poichè l’art. 54, comma 2, del D.Lgs. n. 267/2000 affida al Sindaco e poi al Prefetto, qualora quegli non intervenga, il potere/dovere di intervenire con atto motivato, nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, ponendo in essere provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini:
Evidenziato che tra i principi generali accolti dal nostro ordinamento c’è il principio di precauzione;
Sottolineato che la condizione della struttura del Delfico è assolutamente singolare nel panorama scolastico teramano;
Constatato che, a nostro avviso, le condizioni dell’immobile sopra ricordate sono assolutamente pregnanti e sufficienti a motivare un atto contingibile ed urgente al fine di prevenire il grave pericolo in atto, confermato dalla Commissione Grandi Rischi;
Che è incomprensibile che per “ragion di stato” si consenta di affermare che occorra ridare “normalità” alla situazione generale, come sostenuto dal Presidente della Regione venerdì scorso, altrimenti il sistema rischia di saltare dal momento che questa normalità, tradotta in semplice linguaggio significa: le scuole non sono sicure ma non fa neinte perchè la normalità in Italia è questa.