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di ANTONIO D'AMORE Una premessa: ho sempre riconosciuto a Giandonato Morra una diversità, di pensiero e azione, che mi ha reso difficile, negli anni, considerarlo davvero un "politico". Ho dei politici, o meglio, di quelli che "fanno la politica" (che è cosa diversa dall'essere un politico), un'idea che sfiora fin troppo spesso il fastidio fisico dell'incontro. Con Morra, no. Morra è diverso. Sarà perché ci conosciamo da anni, sarà per quel nostro essere "teramani per scelta" (quindi più attenti alle cose locali, di molti che lo sono per nascita), ma ogni nostra chiacchierata, che non è mai tra un uomo impegnato in politica e un giornalista, è sempre spunto di riflessione. Anche oggi. Un incontro casuale, nella stanca domenica di una città deserta, che segue ormai a fatica i riti della tradizione del dì di festa. Il bar, il giornale, qualcuno compra le paste, altri ordinano la pasta all'uovo, ritmi dilatati, sotto un sole stanco che a fatica cerca di sciogliere l'ultima neve a bordo strada. Già, la neve. "E' stata una tragedia vera - commenta Morra - un qualcosa di inimmaginabile, al punto  che credo  che molti non siano riusciti affatto ad immaginarlo...". Ovvio il riferimento alle decisioni del Governo, a quel decreto che ci condanna ad una nuova marginalità, anzi: che sembra quasi volerci deliberatamente ignorare e contro il quale, ora, la "politica" si sta muovendo. Si rincorrono su facebook i post di chi strappa like minacciando marce su Roma, mentre le mail delle testate giornalistiche sono invase da prese di posizione di partiti, onorevoli, associazioni di categoria, sindacati, insomma...tutti. Tante voci, troppe secondo Morra: "A che serve? Che pensano di ottenere? Ogni volta che qualcuno ci ricorda che siamo stati esclusi, che le stalle sono crollate, che le aziende sono ferme, che le scuole sono danneggiate, che spera di ottenere? - commenta il segretario regionale di Fdi-An - secondo me serve un approccio del tutto diverso...". Lo scopo, a detta di Morra, è quello di puntare a creare davvero una "massa critica" in grado di essere ascoltata dal Governo, non cinquanta o cento voci diverse, che servono solo a farsi sentire "in loco", ma una sola voce potente, da costruire con un percorso preciso:  "Bisogna convocare subito un Consiglio straordinario unitario, di Comune e Provincia - spiega Morra - devono essere le figure del territorio a farsi guida di tutta l'azione, ovvero il Sindaco e il Presidente della Provincia, convocando un Consiglio straordinario e unitario al quale vengano invitati tutti: da Confindustria ai sindacati, dai commercianti agli allevatori e tutte le rappresentanze politiche della provincia, dai sindaci ai consiglieri regionali, fino ai parlamentari...". Lo scopo è quello di fondere le decine di documenti diffusi in queste ore in un "unico documento, che venga sottoscritto da tutti - continua Morra - e in quel documento definire richieste e necessità, stabilendo anche che, che ne so, se non dovessimo essere ascoltati si vada ad occupare la Prefettura, ma tutti insieme...o qualsiasi altra azione necessaria, ma che sia sempre azione di tutti, non presa di posizione dei singoli, perché mentre si allunga la liste dei comunicati stampa di tizio e caio, nelle case dei teramani arrivano le bollette dell'Enel, visto che non hanno avuto neanche la delicatezza e il senso di vergogna di sospenderle giorni di disastroso disservizio...". Massa critica. Questa è la parola d'ordine. Fare massa critica. Cominciando da un Consiglio straordinario unitario di Comune e Provincia. Brucchi e Di Sabatino...voi che ne pensate?