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soldi“Non lasciate che questo sia il nostro futuro, non lasciateci morire, ascoltateci”. Queste sono state le parole d’ordine del corteo organizzato dai comuni della Valle del Gran Sasso e promosso per lanciare un grido d’allarme nei confronti delle istituzioni nazionali e regionali sul fronte dell’emergenza maltempo che ha colpito duramente il nostro territorio, un grido fatto di richieste concrete a partire dall’argamento del cratere. Una manifestazione che ha rappresentato una sorta di prova generale di quella prevista a Roma per il 2 Marzo e che ha fatto registrare un’unità di intenti e di determinazione da parte di diversi attori istituzionali, politici, sindacali ed associativi. Lo stesso D’Alfonso che continua sullo spazio mediatico nazionale a dare una pessima immagine della Regione a partire dal recentissimo bando da 300.000 euro per i rimborsi e benefits riguardanti spese assistenziali, culturali e ricreative destinato esclusivamente ai dipendenti della giunta regionale ponendo il tetto del reddito annuale a 100.000 euro. L’ennesimo schiaffo in faccia all’Abruzzo e agli abruzzesi che vivono difficoltà economiche e sociali ormai da diversi anni. Determinate questioni comunque non sembrano essere prioritarie per la discussione politica provinciale e in particolar modo per quella del Partito democratico troppo impegnato a dividersi al proprio interno sulla vice-presidenza di un’istituzione, la Provincia, ormai svuotata di valore politico e da rivedere completamente in seguito al referendum costituzionale del 4 dicembre. Al congresso fondativo di Rimini abbiamo spiegato che Sinistra Italiana nasce perché “C’è Alternativa”, le parole di D’Alfonso unite al dibattito surreale interno al PD teramano non fanno che confermare la necessità di offrire ai cittadini di sinistra una proposta politica credibile e radicalmente differente.