
LA LETTERA / DALL'ACQUA NASCA UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA...PUBBLICA
Dalla nostra lettrice Maria Chiara Di Taranto, abbiamo ricevuto questa lettera, che pubblichiamo volentieri, visto il tema attuale e le soluzioni che prospetta
Risolveremo - speriamo! - il problema dell’acqua.
Credete che avremo risolto così tutti gli altri problemi che attualmente non sono in prima pagina, ma che ci danneggiano più o meno direttamente da decenni e continueranno a farlo?
Qual’é il vero problema?
È che la maggior parte delle persone che ha responsabilità nella nostra società agisce raramente nell’interesse di tutti, ma è guidata quasi sempre dal proprio tornaconto.
E se pure oggi morissero tutti, di colpo (auguro a tutti invece una lunga vita, magari con una presa di coscienza superiore), credete che avremmo risolto i nostri problemi?
No.
Domani si assumerebbero la responsabilità di gestione della cosa pubblica altri e ricomincerebbe tutto da capo.
Non c’é dunque soluzione?
Voi che soluzione vedete?
Io una ce l’avrei.
Potrebbe suonare come balorda, ma giacché balorde fino ad oggi sono le situazioni che viviamo (per chi ha la fortuna di continuare a poterle vivere: tanti sono stati portati via da tumori e leucemie, inspiegabilmente molto più diffusi che altrove…), forse avrebbe senso provare.
L’idea balorda?
Inviterei oggi ogni persona che ha una qualsiasi responsabilità per terzi (non solo i politici, ma anche gli insegnanti, i medici, i giornalisti, etc.) a frequentare un corso di consapevolezza.
Se fosse per me renderei questi corsi obbligatori, perché - per le mie (limitate) conoscenze odierne - un aumento della consapevolezza é attualmente l’unica garanzia (o “garanzia" è un po’ troppo?) di coerenza e integrità dell’essere umano. Cioè? Chi é più consapevole prende “automaticamente”(?) decisioni giuste e buone per tutti.
Dover frequentare una scuola di consapevolezza non è una condanna, perché chi diventa più consapevole non agisce solo nell’interesse di tutti (e non più solo nel proprio), ma diventa anche più sereno e - col tempo - si ritrova a vivere (finalmente!) una vita che abbia un senso e che sia ricca di quella cosa che alcuni chiamano gioia.
Abbiamo il diritto di pretendere un miglioramento della nostra società?
Se non possiamo convincere (invitare sì!) i nostri politici (e gli altri) a frequentare scuole di questo tipo, forse possiamo (dobbiamo?) pretendere che la consapevolezza venga insegnata nelle scuole, anzi sin dagli asili.
Così fra 100 anni potremmo avere la prospettiva di una vita più lunga, più serena e in pace con quelli che ci circondano. Tutto questo non vi interessa? E se vi dicessi che non avrete più quella sensazione che i soldi non bastano mai? Non vi interessa? E allora vi stuzzicherà sapere che chi é più consapevole è anche più felice in camera da letto…
Vi ho convinti o di che altro avete bisogno?
Maria Chiara Di Taranto
