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L'Ater ha incontrato oggi gli sfollati, con il team degli ingegneri che ha visionato le case danneggiate dal sisma. Ogni inquilino ha detto la sua, raccontando i disagi che in tanti  hanno vissuto e che ancora vivono. Al momento, sugli edifici sono stati quantificati i danni. I tempi rimangono ancora però incerti. L'appello rivolto dagli sfollati all'Ater è stato uno solo: «quando si potrà rientrare nelle case?». Antonio Di Berardo della Sicet ha evidenziato: «Si costruisce male all'Ater, vedi 23 alloggi a Colleatterrato fatti in canone concordato, i cittadini sono stati fatti uscire e non si sa quando vi rientreranno. Sono cinquant'anni che si costruisce tanto male. Chiedo all'amministratore unico Rampini di coinvolgere tutti e lavorare insieme per un fine unico: tornare nelle abitazioni. Si potrebbe anche costituire un comitato di controllo, che possa fare da vigilanza quando si costruiscono queste case e vedere che tipo di cemento viene impiegato». Un inquilino, anziano, chiede: «ma quanto se ne passa per rientrare a casa? Sono sei mesi che siamo fuori...» E' poi l'amministratore Unico dell'Ater Armando Rampini a spiegare che:«abbiamo 44 abitazioni a Montorio al Vomano che sono state sistemate. A Colleatterrato, per vari motivi, il terreno ad esempio, gli alloggi presentano delle problematiche ed ora bisogna fare interventi a livello strutturale. L'ordinanza n. 27 del 9 giugno 2017 della Presidenza del Consiglio dei Ministri è uscita venerdì scorso ed ora sappiamo che si possano avviare gli appalti». «Non so se sapete cosa vuol dire perdere la casa - evidenza un altro sfollato - si perdono gli equilibri, ti si cambia la vita. Vogliamo sapere quando si potrà rientrare a casa. La mia abitazione è in categoria E. Avete i fondi per anticipare i lavori? Ci sono anziani in grande difficoltà. Volevamo fare anche una manifestazione. Ora basta. Siamo arrivati». «Capisco i disagi - replica Rampini - io sono stato cinque anni fuori da casa dopo il sisma dell'Aquila - Noi siamo un'azienda. E' emersa una stima dei danni di 60 milioni per riparare tutto. L'Ater ha a disposizione i soldi delle assicurazioni, che ci sono stati rimborsati, ma non tutta la somma necessaria. Poi ci sono le banche che vogliono un provvedimento, l'ordinanza prevede una prima fase con la stima dei danni, già fatta e che invieremo all'Ufficio per la Ricostruzione. A quel punto non spetta più all'Ater la tempistica». Il presidente dell'Ance Teramo, Raffaele Falone invitato dall'Ater spiega che: «Non ho mai partecipato alle gare dell'Ater perché si fanno gare a prezzi esageratamente bassi. Partecipano imprese spregiudicate che non hanno nulla da perdere. Appaltare una costruzione con prezzi così bassi comporta questa conseguenza». Poi Falone invita gli sfollati ad avere pazienza: «perchè - dice - i tempi non saranno brevi. Occorre cambiare la politica». Rampini poi aggiunge «I progetti, prima di andare in appalto devono avere tutte le autorizzazioni. I tempi non si conoscono ancora ma si sa che ci sarà un unico bando che potrebbe portare anche ad una riduzione dei tempi. I ribassi si potrebbero utilizzare per le opere di urbanizzazione». Il Presidente del comitato post sisma ha evidenziato i danni che si sono registrati per i commercianti ma ha anche messo in primo piano il fatto che "ci sono quattro gatti" a questo incontro. Maggiore chiarezza nella comunicazione è stata sollevata da un altro sfollato, in modo da sapere cosa accade nell'iter per la ricostruzione di volta in volta.