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Il dottor Piero Romanelli lo ricorda così in un post: «Primi anni ottanta.. Appena assunto al pronto soccorso. Tanta teoria universitaria romana.. Poca pratica.. Ma si sa , era così.. Pochi giorni e prima grave urgenza: Bambino investito arrivato al ps in arresto cardiaco.. Chiamo la rianimazione impietrito.. Pochi secondi ed entra un omone alto alto, in un attimo il bambino è denudato, incannulato, intubato.. Quelle manone che fanno il massaggio cardiaco.. Il battito che riprende.. Le manine che si muovono.. Di corsa in sala operatoria a finire l'opera.. Questo era Peppe Altamura.. Scherzando gli dicevo sempre che resuscitava i morti.. Preparazione.. Autorevolezza.. L'essere amorevolmente burbero sempre e solo nell'interesse del paziente.. E' così che lo ricordo.. Ti voglio bene Peppe.. Piango con la tua meravigliosa famiglia.. Grazie per tutto...». Leggendo il post capisci che il dottor Giuseppe Altamura (Pino) considerato, quando lavorava al Mazzini di Teramo un mago, sempre in prima linea nel salvare quante più vite possibili e poi la sua lunga passione che ha messo negli espianti con altri colleghi quando si iniziava a percorrere questa nuova frontiera, non c'è più. Non è facile neppure ricordare la sua passione di medico, sempre disponibile verso il prossimo e senza orari. E non è facile parlare di lui senza citare la moglie, la dottoressa Narcisa De Vincentis che prima di tutto, è per me un'amica e conosco l'amore che ha messo in questi lunghi anni per stare sempre e costantemente accanto al marito, da quando tanti anni fa scorprì quel maledetto tumore ed iniziò il calvario. A Narcisa,  a Giulia e a Nicoletta le condoglianze di tutti noi. Domani si aprirà la camera ardente nella chiesa de La Cona e lunedì pomeriggio alle 17 si svolgeranno i funerali. Il Sindaco e collega Maurizio Brucchi lo ricorda così. «Oggi ho perso un amico, oggi Teramo ha perso un grande uomo, un grande medico. Ciao Peppino, così l'ho sempre chiamato nelle tante avventure sportive vissute insieme, nelle tante ore trascorse insieme in sala operatoria a salvare vite umane da gravi malattie. Ci hai lasciato Peppino ma il tuo ricordo non ci abbandonerà mai».