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Ermanno Morelli, non ha più a cuore il futuro della caccia. Lo dimostra questa sua irresponsabile uscita,nella quale continua a prendersela con tutti, dimenticando che ,nel momento più basso di popolarità del mondo venatorio, forse è il caso di riprendere il dialogo con tutti i portatori di interesse e non continuare a scaldare gli animi nel nome del proprio interesse. Lo sostiene in una nota congiunta: ArciCaccia- Enalcaccia – Liberacaccia – URCA. Sfugge evidentemente al Presidente della Federcaccia che ci sia una emergenza cinghiale con danni e vittime, dimostrando scarso senso della realtà e mancanza di rispetto verso chi dall’agricoltura trae il proprio sostentamento o verso chi piange un familiare perso in un incidente. Al presidente regionale della Federcaccia non è chiaro il significato di controllo della specie cinghiale, amaro rimedio alla cattiva gestione della fauna, guarda caso affidata agli AATTCC, come evidentemente sfugge la distinzione tra aree vocate e non vocate per una determinata specie, ma noi cercheremo di chiarirglielo: nelle  aree vocate al cinghiale, la gestione di questo ungulato persegue, attraverso l’attività venatoria, il mantenimento della densità di popolazione a livelli compatibili con le caratteristiche ambientali, le attività antropiche e con le altre componenti della biocenosi. Gli interventi di controllo sono esercitati per la salvaguardia delle coltivazioni o per ricondurre localmente la popolazione al di sotto della soglia di densità massima sostenibile. per area non vocata si intende quella porzione di territorio dove la presenza del cinghiale non è compatibile con le attività agricole e con le finalità degli istituti faunistici dedicati alla produzione naturale della fauna selvatica di interesse conservazionistico e venatorio.In queste aree l’obiettivo degli interventi di controllo e dell’attività venatoria è quello di contrastare attivamente la presenza della specie, perseguendo la sua eradicazione o quantomeno il forte contenimento numerico delle popolazioni senza vincoli di sesso o classi di età .Speriamo di aver chiarito questa lacuna. L’ex Consigliere Regionale Ermanno Morelli, ha voluto colpire la sensibilità umana con foto di feti di cinghiale ma non sa che anche le femmine di cinghiale uccise in braccata a dicembre nell’ottanta per cento dei casi sono gravide e non sa che quelle foto non butteranno fango sulla regione ,ma sulla caccia? Crediamo che un dirigente di una grande associazione prima di qualsiasi azione debba ponderare sugli effetti che questa potrà avere e certe volte è meglio tacere soprattutto se si sa di avere torto; nel corso degli anni sul suo libro nero sono finiti : gli assessori regionali Febbo e Pepe, i tecnici Recchia, Castiglione e Di Paolo, l’Arcicaccia(Di Luca e Sordini), l’ Enalcaccia (Olivieri), la Liberacaccia (Piccinini) le Gadit (Ezio e Gaetano Ercole, tra l’altro mai “cacciati” da Enalcaccia e ArciCaccia,non è nostro costume), URCA( Muzii) appaiono veramente troppi per pensare di non avere sbagliato qualcosa. Per concludere ci sembra che, a giudicare dagli incarichi ricevuti , per l’ex presidente regionale del CONI Ermanno Morelli, la caccia sia stata un ottimo affare, pessimo per il mondo venatorio e agricolo, con un distinguo, i cinghiali devastano solo i campi degli agricoltori della Copagri e della Coldiretti , per la CIA il problema non esiste come per Morelli d’altronde.