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Il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo è nato su iniziativa di alcune Associazioni, Comitati di Quartiere e di due Comitati Promotori per la costituzione a Teramo di “Consigli di Quartiere”, nuovi istituti di partecipazione questi ultimi da eleggere a suffragio universale, che l’associazione “DEMOS”, sta sperimentando nell’ambito di un progetto con l’università di Teramo sulla democrazia partecipativa.

L’idea di costituire un Coordinamento dei Comitati di Quartiere cittadini nacque più di un anno fa in occasione della redazione del regolamento comunale per il funzionamento dei comitati di quartiere e di frazione che la giunta Brucchi non ha inteso portare in Consiglio comunale e per la quale la commissione affari generali per anni non si è mai riunita per la discussione, dando inizio ad un lunghissimo periodo di crisi istituzionale che ha ingessato l’intera attività amministrativa del comune capoluogo in un momento storico della città in cui l’azione politica ed amministrativa avrebbe dovuto essere più efficace ed inclusiva per meglio affrontare i tanti problemi che anche a seguito degli eventi sismici si sono succeduti.

Pertanto, abbiamo dovuto assistere ad un’amministrazione comunale che per le sue beghe politiche interne ha fatto perdere alla città tante occasioni. Un’amministrazione che non è riuscita a trovare neanche il tempo di candidarsi per l’ottenimento dei finanziamenti erogati dal MIBACT per la riqualificazione delle periferie urbane, nonostante il Comitato di Quartiere di Villapavone-Colleatterrato di cui a suo tempo sono stato Presidente avesse presentato un progetto per la realizzazione del più grande parco urbano della città con luoghi di aggregazione e di spettacolo pubblico all’aperto, servito da una lunga pista ciclabile che oltre ad attraversare tutto il Quartiere di Colleatterrato si sarebbe dovuta ricollegare alle piste ciclopedonali programmate da est ad ovest sul territorio provinciale lungo il fiume Tordino.

In tale contesto di inerzia e di incapacità della politica cittadina, il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo sin dalla sua recente costituzione, sta sostenendo importanti battaglie, tra le quali, oltre quella sul nuovo ospedale a Teramo, quella sulla salubrità dell’acqua, quella sul Teatro romano e in ultimo in ordine di tempo quella del Quartiere Cona per la delocalizzazione della centrale elettrica ed il successivo recupero dell’area urbana. Per quanto attiene il Teatro romano, allo stato, emerge che risulterebbe approvato solo uno studio di fattibilità dell’opera di recupero, così come confermato solo da ultimo dalla stessa amministrazione comunale a seguito dell’interessamento del difensore civico regionale a cui si è dovuti ricorrere per l’ottenimento di diversi atti pubblici richiesti e non ottenuti, senza peraltro addurre alcuna motivazione, nonostante i continui e reiterati solleciti inviati con note da parte dello stesso difensore civico regionale, non ultimo quello del 29 giugno 2017. Per le gravi incongruenze amministrative riscontrate, le associazioni qui rappresentate, Teramo Nostra e il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo hanno chiesto che la procedura di intervento finalizzata al recupero e al restauro del teatro romano venga gestita direttamente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali mediante la nomina di un Commissario ad Acta per porre, definitivamente, la parola fine a questa penosa farsa a cui i cittadini teramani sono costretti ad assistere da oramai tantissimi lunghi anni. Si fa, altresì presente, che ai sensi dell’art. 10 della convenzione stipulata con il Ministero, il beneficiario del finanziamento ministeriale di 1,5 mln di €, ovvero il Comune di Teramo, si è impegnato a rispettare l’obbligo di inviare trimestralmente le informazioni relative all’avanzamento dell’opera pubblica di recupero e di restauro alla BDAP (Banca Dati Amministrazioni Pubbliche) istituita presso gli uffici del MEF/RGS delle quali siamo in attesa. In ordine, invece, alla battaglia del Quartiere Cona che il Coordinamento dei Comitati di Quartiere ha inteso sposare nella sua interezza per la delocalizzazione della centrale elettrica ed il successivo recupero dell’area urbana tengo a precisare che la vicenda ha ragioni storiche profonde bene definite e responsabilità politico amministrative individuabili e incontrovertibili.

Il Comitato di Quartiere della Cona, nel corso degli anni, dopo ripetuti tentativi di confronto con l’Amministrazione comunale che non hanno portato ad alcun esito, non trovando un valido interlocutore istituzionale, in persona del suo presidente, qui presente, Domenico Bucciarelli ha deciso di rapportarsi direttamente con il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso, invitandolo a partecipare proprio lo scorso anno al convegno organizzato dallo stesso Comitato di Quartiere con a tema il problema della delocalizzazione della centrale elettrica della Cona.

Nel convegno, il presidente D’Alfonso, nel prendere la parola, dichiarò pubblicamente davanti ad una platea nutrita di cittadini e agli organi di stampa e di informazione di volersi impegnare direttamente nel ricercare la definitiva soluzione per l’eliminazione di questo pericoloso detrattore ambientale.

Il presidente della giunta regionale, nella circostanza, chiese, altresì, al Comitato di Quartiere della Cona e al suo presidente Domenico Bucciarelli, se fosse nella condizione di presentare un dossier ed anche una proposta progettuale, affinché gli uffici della regione potessero valutare quale tipo di finanziamento occorresse per la risoluzione di tale problematica.

Facendo seguito all’impegno assunto dal Presidente della Regione, Il presidente del Comitato di Quartiere Cona, Domenico Bucciarelli istituì dei tavoli di lavoro al fine di presentare entro il mese di marzo di quest’anno il lavoro e gli elaborati richiesti dalla regione.

Invero, il  Comitato di Quartiere della Cona in tale fase ha fatto quello che avrebbe dovuto fare l’Amministrazione comunale, sostituendosi alla stessa, la quale, invece, dopo aver rigettato in consiglio il progetto della funivia non ha trovato il tempo per sedersi attorno ad un tavolo con i dirigenti e i tecnici e mettere in piedi una serie di studi di pre-fattibilità da sottoporre all’attenzione della Regione al fine di reperire lo stanziamento dei finanziamenti necessari.

Il Comune di Teramo, infatti, tra le conosciute diatribe e beghe interne che perdurano da quasi 2 anni, con dimissioni del Sindaco e ripetuti cambi di assessori in giunta, nell’ambito della sua attività istituzionale, solo di recente, si è limitato ad approvare attraverso l’adozione di una delibera sui fondi del Masterplan una mera lista della spesa contenente buone intenzioni senza presentare alla regione Abruzzo alcun progetto da potere finanziare.

Il Comitato di Quartiere Cona, invece, attraverso una semplice attività associativa e di volontariato ha posto in condizione la giunta regionale di valutare nel merito la proposta progettuale concernente la delocalizzazione della centrale elettrica della Cona che aveva formulato, corredandola addirittura di un proprio progetto di recupero architettonico e di riqualificazione urbana dell’area a cura dell’Arch. Raffaele Raiola per la destinazione a piazza e a verde pubblico dell’area attualmente occupata dai tralicci della centrale ENEL.

Peraltro, nel progetto presentato è previsto che all'area sulla quale  attualmente insiste la centrale elettrica successivamente alla delocalizzazione del vecchio impianto di trasformazione di energia elettrica sarà aggiunta e messa a disposizione un’area ulteriore sita più a valle che sarà acquisita con parte del finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro approvato la scorsa settimana dalla giunta regionale.

Il Presidente

Coordinamento Comitati di Quartiere di Teramo

F.to Giuliano LUCENTI