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«È straordinario. Paolo Tancredi ma quando stavi in consiglio regionale perché non hai fatto le gare , i bacini , il taglio alle sovrapposizioni , i servizi minimi , la riforma delle società ....ti ricordi di fare il sindacalista del privato (forse perché Ballone opera nella tua stessa Città?) , ma in Regione spartivate consiglieri di amministrazione, direttori generale , revisori nelle tre società pubbliche . Su su un po' di silenzio...». Risponde così il consigliere delegato ai Trasporti della Regione Abruzzo Camillo D'Alessandro all'on. Paolo Tancredi in merito ad una nota nella quale scriveva qualche giorno fa e per la quale è stato duramente attaccato anche sui social: «Camillo D’Alessandro si sbaglia, sia nei toni, inaccettabili contro un imprenditore che in questi anni ha creato valore e lavoro competendo duramente sui mercati italiani ed europei, ma soprattutto nella sostanza: da sempre sono un sostenitore delle gare e del mercato nei servizi pubblici e soprattutto nel trasporto pubblico locale; tutti sappiamo che ci sono, soprattutto in una regione come l’Abruzzo, zone deboli che per avere servizi efficienti hanno bisogno del sostegno pubblico, ma questo non vuol dire che poi il pubblico, in questo caso la regione, debba gestire da monopolista quel servizio, andando tra l’altro in palese conflitto d’interesse: quante linee assistite potrebbero essere messe con successo sul mercato? Ricordo che la spesa regionale per il tpl è seconda solo a quella per la sanità e che per salvare l’ARPA dai debiti abbiamo dovuto fonderla con la Sangritana. Quando D’Alessandro cita i 1600 posti di lavoro è proprio sicuro che un’apertura del mercato non avrebbe generato maggior valore con il consolidamento di aziende anche fuori dal l’Abruzzo (come è riuscito a fare Ballone); senza parlare del servizio, sfido D’Alessandro a confrontare Tua con un qualsiasi vettore privato. Un tpl efficace e moderno avebbe generato in questa regione maggiore economia ed attrazione e molti più posti di lavoro di quelli che oggi D’Alessandro crede di salvare».