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Alla notizia resa ieri dal Sindaco che rimarrà a fare il Sindaco, l'opposizione si è scatenata. «Non ha il posto sicuro in Parlamento, altro che scelta nell'interesse della città». Gianluca Pomante esordisce così: «Lei resta attaccato all'unica poltrona disponibile perché il suo partito non la candida alla Camera come capolista bloccato e sarebbe battuto da Paolo Gatti». Ed anche la speranza di un ripiegamento sulla Regione, a detta di Pomante, è tramontata per Brucchi: «Il presidente Luciano D'Alfonso ha confermato che non si dimetterà per cui si andrà alla scadenza naturale del mandato». Gianguido D'Alberto, di "Insieme possiamo", dichiara che: «la maggioranza esce comunque distrutta e che lo scontro è sempre sulle poltrone. Un'amministrazione agonizzante e incapace di pianificare interventi per la soluzione dei problemi della città». Per Flavio Bartolini, capogruppo del Pd, la giunta si regge in piedi su: «una politica clientelare ormai superata e priva di un vero programma». Per Maria Cristina Marroni è evidente che la scelta di Brucchi nasce dal fatto che: «non ha trovato la quadra politica» per la sua candidatura in Parlamento: «Se fosse stato intenzionato a restare al suo posto fin dall'inizio, avrebbe subito smentito le voci insistenti sulle sue dimissioni, come ha fatto il presidente della provincia Renzo Di Sabatino, e invece ha taciuto». Dalla maggioranza arriva la difesa di Alberto Covelli: «l'opposizione - dice - è colpevole di istigazione alle dimissioni. Mandateci a casa se avete i numeri, decideranno i cittadini se c'è qualcuno che può amministrare meglio».