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ASSAI non invita l'ordine degli ingegneri e sull'argomento interviene il presidente Agreppino Valente che scrive: «Leggiamo dagli organi di stampa del Convegno organizzato da Associazione ASSAI per domani 16 settembre sul tema delle “scuole in sicurezza”. Non v’è dubbio che siamo favorevoli a tutte quelle iniziative che tendono ad accrescere la conoscenza della problematica e a riportare sul piano del buon senso e del raziocinio le argomentazioni correlate, tuttavia nel caso specifico risulta incomprensibile la scelta di non coinvolgere l’Ordine professionale degli Ingegneri che, primus inter pares, avrebbe competenze sull’argomento. Naturalmente ci conforta la presenza del collega relatore, che certamente ci rappresenta degnamente, ma il coinvolgimento dell’istituzione, e anche la possibilità di divulgazione agli iscritti ingegneri che sono i primi attori di questo processo, è dovuta da chi organizza in relazione al diritto di chi partecipa di essere informato nel modo più completo possibile. Detto ciò ci preme comunque esprimere, in estrema sintesi, il nostro pensiero sull’argomento. L’obiettivo principe di scuole sicure (sicurezza strutturale sismica, impiantistica, antincendio ecc.) può essere conseguito, a nostro avviso, attraverso un percorso diversificato nella tempistica. La sicurezza prescritta dalle norme è ovviamente voluta da tutti ma è anche, gioco forza, meta di lungo termine poco compatibile sia con la contingenza delle esigenze didattiche sia con la sicurezza strutturale nel medio periodo. Auspichiamo l’apertura a breve di un tavolo permanente, aperto ai portatori di interesse, sulle scelte strategiche da effettuare: nuovi plessi scolastici ovvero riqualificazione di quelli esistenti, un tavolo che non venga abbandonato quando l’argomento terremoto non sarà più “di moda” e che approfondisca anche i concetti di rischio e pericolo a 360 gradi, concetti per i quali la vulnerabilità sismica è solo una componente. Nel breve riteniamo che il lavoro di studio delle vulnerabilità, svolto dagli Enti proprietari, vada proseguito e completato in modo da suggerire e poter programmare l’adozione di interventi mirati, che, con successivi approfondimenti, ponga le basi per dare risposte maggiormente argomentate all’opinione pubblica», conclude Valente.